DURA REALTA’

 Legenda:

S.= Sheila

T.= Tati

K.= Kelly

M.=Matthew

 

Primo  capitolo

“Salve, ragazze!” salutò M.entrando nel Coffeè  restaurant  di buon ora. Era venerdì  mattina,

il giorno prima dell’ultimo colpo di Occhi di gatto. Da tempo,le tre sorelle avevano scrupolosamente preparato questo colpo;era l’occasione di  terminare il “ collage” delle opere del loro papà. L’unica che sembrava gioirne era S;finalmente avrebbe smesso di usare la maschera di gatta anche di giorno per carpire informazioni dal suo fidanzato sui probabili sistemi di sicurezza per proteggere i quadri di un museo. T. al contrario,non dimostrandolo,desiderava tanto,almeno una volta avere notizie certe dell’esistenza del  padre. Bastava un piccolo segnale,sarebbe stato il più bel regalo per i suoi 20 anni che avrebbe compiuto fra un mese esatto.

“Oggi è una giornata fantastica,c’è un sole favoloso, peccato che debba lavorare”esclamò M.

“Davvero?”chiese K mentendo sproporzionatamente.

“E’strano,il capo m’ha ordinato di sorvegliare l’abitazione di un ricco petroliere vicino a Dewia. Vive su una nave tutto l’anno ma d’estate si ferma in questa residenza a riporsarsi e a stilare contratti con le più note imprese d’estrazione petrolifere. Oggi ,ho un’appuntamento con costui e visto che so che a S.piace andare al mare ,volevo chiederle di accompagnarmi.”disse M.

“Ogni pretesto è buono per uscire con mia sorella,vero,M?”sbottò T.,sbucando da sotto il bancone.

“Ma tu non dovresti essere all’Università?”rispose M.contrariato dalla domanda.

“Ahimè,Occhi di gatto è diventata un’ossessione! Ho promesso a S. che l’avrei sposata solo quando avrei catturato quella banda ;tuttavia mi sto rendendo conto che le ho sempre sottovalutate,non sono ladre comuni,sembra che la loro destrezza ed abilità nel compiere furti d’arte migliori una volta dopo l’altra.”affermò M.

“Allora sbrigati,perché S. è stufa di aspettare!Potrebbe innamorarsi di uno più dotato di te!!!!!”incalzò T.

“Tati-……_!”Intervenne K.tappandole la bocca-“Scusala,è ancora una bambina”aggiunse.

“S.,dorme ancora?”domandò M. ansioso di vederla

      “E’ andata a comprarsi un vestito,così m’ha detto stamattina.”rispose K.

“Grazie,K.,la raggiungerò.”ringraziò  M. uscendo di corsa.

Nel frattempo S.usciva dalla porta di un noto studio medico pensierosa ,anche per il fatto che, facendo la doccia la sera precedente aveva tastato qualcosa di simile ad una noce nel seno sx. Preoccupata,senza riferirlo alle sorelle.aveva prenotato una visita con uno specialista.

“Sheila-a-a-a-a-a!”urlò M.correndo.

“Vieni con me,facciamo una gita al mare.”le chiese felice M.-“Avrei dovuto avvisarti prima ma è stata una sorpresa anche per me”-continuò M.-“Abbiamo anche il tempo per fare una nuotata,compreremo i costumi in un negozio sulla strada.Dai,ci divertiremo!Sono trascorsi 5 anni dal nostro fidanzamento e non abbiamo avuto più di due ore al giorno per stare insieme.Da domani,tutto cambierà,se le arresto.”

S.rimase ad ascoltarlo silenziosa durante il viaggio,il suo sguardo era avvolto da mille pensieri.Se si fosse rivelato vero ciò che lei dubitava ,di avere un tumore,M.l’avrebbe lasciata, e poi,il suo sogno di sposarsi sarebbe finito e ,con esso la sua vita. Non trovava neanche le parole per affrontare questo discorso alle sorelle,figuriamoci ad un eterno bambino come M.

S.si sentiva sola,aveva bisogno di rassicurazioni,viveva nel timore di non farcela a superare l’eventuale intervento che il chirurgo le aveva proposto di fareb entro breve tempo.Mentre rifletteva su questa idea ,le scappò una lacrima,che M.scorse dallo specchietto dell’auto.

Arrivarono sulla spiaggia.Il sole era scomparso,il cielo nuvoloso,le onde increspate.Entrambi stettero a riva.Mentre S.ascoltava il rumore delle onde infrangersi sulla costa,M. annunciò il suo desiderio di formarsi una famiglia con Lei,di avere dei figli ed una casa tutta loro.

S rimase colpita dalle sue dolci parole;era la prima volta che M.apriva il proprio cuore ai sentimenti e per nulla al mondo avrebbe rinunciato a realizzare il loro sogno.

La residenza estiva del  magnate si snodava lungo 300 ettari di terreno immerso in una diversità di paesaggi ambientali:colline,boschi persino un lago protetto con animali in via di estinzione.La particolarità del comprensorio  dove oltretutto allogiava personalmente,stava nel fatto che questa, rappresentasse una vera e propria fortezza bunker.C’era un sistema satellitare che controllava con sofisticatissimi sistemi di rilevamento perimetrali,volumetrici,subacquei e di variazione calorifera ogni minimo spostamento o cambiamento di stato.Tale supervisione che poi comandava a terra l’uscita o di armi difensive militari o di trappole invisibili, non subiva errori grazie ad un codice  di 20 cifre che autonomamente ogni 2 secondi il computer installato sul satellite autorigenerava .Qualora qualcuno avrebbe eluso il primo livello di codice ,un secondo e così via codice sarebbe entrato in funzione fino all’ordine di distruzione totale del satellite e di ciò che gestiva.Un’altra caratteristica del parco in cui abitava il petroliere era l’enorme presenza di animali feroci o velenosi provenienti da tutto il mondo che lì vivevano,da una minuscola formichina a  un temibile leone tutti erano in gioco nella lotta per la sopravvivenza.

Tre erano i caseggiati all’interno della dimora,centralmente era ubicato il museo.Il patrimonio del Signor Magoga poggiava oltre sugli investimenti dei giacimenti,anche sui rapporti che egli aveva con i potenti della difesa. Uomo sulla cinquantina,celibe,austero,amava circondarsi dell’affetto solo dei “suoi piccolini”(gli animali),infatti era il solo a cui gli stessi prestassero attenzione dal momento che quando questi giungevano lì la prima volta gli veniva inserito sotto pelle un micro-sensore di temperatura corporea che immobilizzava temporaneamente i nervi delle bestie e li soggiogava quasi come se divenissero semplici cuccioli.

L’ultimo colpo di cat’s eye era degno della loro fama. Non era un dipinto questa volta ciò che gli interessava, bensì un  gioiello di valore emotivo,un rubino rosa intagliato e regalato da Heinz per Marie,la madre delle sorelle,quale pegno del suo amore all’inizio della II guerra mondiale. Se l’avessero preso,l’eco del furto,sarebbe giunto all’orecchio del padre scomparso.

Secondo capitolo

   Il Signor Makoga li attendeva dinnanzi all’ingresso della prima villa su una jeep.

“Complimenti,agente,vedo che se ne intende di belle donne!Fra la Signorina ed uno dei miei felini non saprei chi scegliere per tenermi compagnia stasera a cena.”disse il magnate

M infastidito,gli stava per avventarsi contro quando all’improvviso salì sul fuoristrada un leopardo. L’uomo l’ accarezzò sul muso divertitosi, e volse lo sguardo verso S.,i cui occhi gli si illuminarono come volessero indicargli una sfida.

“Una bella pelliccia,chissà quanto costa mantenerla?”esclamò Lei.

“5 Kg al giorno di carne bovina ma oggi rimane a dieta. Domani si abbufferà di tre gattine ,così la tengo a stecchetto”rispose Makoga

“Forse ,invece,ne rivedrà solo l’imbalsamatura”rispose S.

“Crede!Anche se fosse ,qui non c’è limite alla sofferenza. Come nota chi riesce a fuggire dal museo della mia villa non vive molto signorina.”continuò Makoga.

M. e S.trascorsero l’intera serata  visitandone ciò che fu permesso visitare dal personale militare ed alla fine dopo cena,visionarono il museo. Questi era un’unica stanza senza via d’uscita,finestre e condotti di ventilazione.Accedere dall’ingresso della villa significava essere morti dall’inizio e poi avrebbero dovuto fuggire seguendo un'altra strada dell’arrivo se non si voleva farsi scoprire dalle guardie. Il condotto d’areazione era ostruito a metà percorso,portava al ricambio dell’acqua della piscina;oddio i piranha non erano certo indulgenti!!!!

Erano le 11.00 a.m quando S.ricevette gli esiti definitivi del test  di controllo della clinica Fushioca di  Tokyo e li potè leggere: la diagnosi  era positiva.

“E stia un pò attenta!”disse T. camminando verso l’atrio dell’entrata.Si rigirò per veder chi fosse e notò il volto di S. di sfuggita mentre usciva con sottobraccio una cartella. Il fatto che non l’avesse salutata  non le importò molto ma quello sguardo assente non riusciva a toglierselo dalla mente quasi ad indicarle che una grave notizia l’avesse toccata. Dal momento però che,conosceva il carattere della sorella,scrollò le spalle e proseguì la strada verso il day hospital dove prestava servizio civile Paul.

A cena,S.rimase chiusa in se stessa. K l’osservava dubitante,nutriva  il sospetto che ella le nascondesse qualcosa. Sapeva che era testarda a raccontarle i suoi fatti personali,che preferiva risolvere i propri problemi da sola tuttavia questa volta non aveva litigato con il fidanzato.

“Sai cos’abbia fatto S.stamattina?”chiese  K.

“No,l’ho incontrata all’ospedale mentre mi recavo da  Paul a portargli gli appunti delle lezioni dell’’università.Non mi ha rivolto la parola,sembrava da un’altra parte. Anche a me sono passati strani pensieri per la testa ma poi l’ho persa di vista.”rispose T.

“Strano!S.ha sempre goduto di buona salute,fa attività fisica giornalmente e si tiene in forma.”pensò fra sè K.

“Ti vai a mettere nei guai se è di luna storta”continuò T.

“Tu sparecchia,è il tuo turno.”rispose K. pensierosa.

“Vabbè,tanto mangio ancora un po’…….”scherzò T.

K.stava andando a dormire quando notò le luci provenienti dalla camera di S.accese. Bussò alla porta,era socchiusa.L’ aprì delicatamente e vide S. distesa sul letto addormentata con sul volto ancora una lacrima che le cadeva dagli occhi e una mano che stringeva il seno sx.Sul pavimento scorse una busta bianca,la lesse e scoprì il mistero:nodulo di non definibile entità al seno sx.,diagnosi presunta:nessuna.E’preferibile asportazione immediata ed analisi del corpo estraneo causa continua crescita e pericolosità del medesimo.

A tale lettura K,immedesimandosi nello stato della sorella,si sedette  sul letto accanto a lei,guardandola silenziosamente.Nel medesimo istante sopraggiunse T. che la voleva avvisare che aveva terminato di pulire in cucina.

K,uscì dalla camera,richiudendo la porta. Al vederla T.intuì cosa fosse successo e cercò spiegazioni.

“Hai notato niente di nuovo nel comportamento di S.in questi giorni?”chiese K.

“No,per quale ragione?Beh,diciamo che ieri quando volevo fare la sauna con lei,mi ha chiuso la porta a chiave.Forse se l’è presa per le battute sulla sua bellezza.Fossi io,M.non avrei quei tentennamenti, svenimenti a vederla senza vestiti.Mi avvicinerei e zac…..”-“Vero,è,che,non è un uomo!.A qualsiasi donna fa piacere che il proprio compagno le dimostri i propri sentimenti. M.,no,..!Già a baciarla sulla guancia,è un’enorme fatica. S.ne risente della situazione,non parla con nessuno e si chiude in se stessa.”rispose T.

“Sarei felice fosse solo questo;purtroppo non è così. S.deve farsi operare al più presto domani ,le devono asportare un tumore di cui non sanno i medici quali natura abbia.”sentenziò K.

“Tu menti!Vero !Ecco perché S .non mi voleva parlare.”disse T.-“Perché Lei?!.Ora che è ad un passo da smettere di impersonare una doppia identità”continuò piangendo, dopo essersi gettata fra le braccia della sorella maggiore.

Dall’altra parte della porta,S.ormai alzatasi ed ascoltato il dialogo,aprì la porta.

“Non dovete preoccuparvi per me,ho deciso che farò il colpo stanotte con voi,è l’ultima volta che agiremo come Occhi di gatto,ho dato la mia parola a M.che avremmo rubato il gioiello come sgarbo al presuntuoso MaKoga e intendo mantenerla.”affermò S.

“S.,sei pazza! E alla tua vita non ci pensi. M.può anche aspettare ma tu rischi!”disse T.

“Quando ti innamorerai ,capirai questa mia decisione!.Desidero che il mio amore,mi ricordi come ladra,con quegli occhi pieni di accanimento,di lotta aperta,piuttosto che una semplice commessa di un bar.”rispose S.

“Che idiozie!Tu non appartieni a quel genere,sarebbe meglio che ti mostrassi come sei realmente,una volta.Non vuoi dirgli che sei ricca e che potrete anche vivere della solo Tua rendita. Magari cederà al suo orgoglio personale e ti amerà per sempre comunque.”disse T.

S.socchiuse gli occhi e respirando forte continuò:

“T.,per M.io rappresento non solo un nemico ma ciò che più avrebbe desiderato che fossi,appassionata,libera,intrigante,estroversa,senza limiti.E’ il mio alter-ego ciò che conosce meglio di me,se non mi incontrasse stanotte quali motivazioni gli darei,la tua amata ladra è una perdente,caro ispettore,rinuncia a combattere perché il confronto con te non è degno del suo rispetto. Quando avrò in pugno il rubino,allora sarò soddisfatta di aver portato a termine il mio lavoro e colmato la sua autostima. Non m’importa cos’accadra dopo,se non ci sarà ad aspettarmi dopo l’operazione,né se morirò,avrò dato il massimo come gatta ed è così che non si dimenticherà mai di me.”

A mezzanotte sarebbe scattato il piano.S.indossava una tuta impermeabilizzata di un materiale resistente misto di leghe di acciaio e ferro,studiata dalla sorella minore e confezionata da Marlos grazie a contatti privati ,per l’eventualità di trovarsi a diretto cospetto di quegli animali feroci. La leggerezza del vestito e” di chi la indossava” davano per scontato la sicurezza dell’esito.

Ore 11.50-“S.,vuoi proprio andare sola?”disse T. davanti il muro laterale esterno adiacente al lago.Il Signor Marlos  aveva scoperto un punto d’accesso nascosto ,una piccola cava di ex-minatori dismessa i cui cunicoli sottoterra,invisibili alla percezione del satellite perché appartenevano alla vecchia planimetria della residenza,conducevano al centro del parco.

“Non appena sarò là,vi manderò il segnale previsto per  il piano B.Vado!”proseguì S.

Nello stesso istante,M.l’attendeva prontamente sul tetto della villa.con le manette in mano.Uscita all’esterno,S.saltò di  ramo in ramo fino alla villa.Prima di entrare nel garage dove si trovava un secondo accesso alla villa,si fermò,e comunicò grazie ad un’anello ricetrasmittente la posizione raggiunta.Ed entrò.

Terzo capitolo

T.iniziò la seconda parte del piano.Con l’ausilio di una valigetta tipo quella nera  di nuclearizzazione americana,s’infiltrò nel codice d’acceso della casa produttrice del satellite, dato che anch’essa doveva avere una password di auto-distruzione del sistema se questi provocava malfunzionamenti. Eluse ogni porta finchè si trovò dinanzi ad un problema. Cinque minuti di non copertura  globale del parco fra l’avvenuto furto e la fuga dal museo non bastavano a coprire il lasso di tempo che  S. avrebbe usufruito per ritornare indietro.

“S.,ascolta!E’ meglio rinunciare, hai solo due minuti per uscire senza essere sorpresa dalle guardie.Torna indietro!”disse T.

“Ora sono in ballo!”-S.gettò l’anello e lo calpestò.

Percorse l’ala meridionale e si diresse verso la cupola dove sorgeva il museo.Ivi giunta notò che le luci erano spente,proprio come K.aveva menzionato.Con balzo felino,eludette le guardie che anarcotizzò con una bomboletta spray. Estrò il rubino dal guanciale dov’era custodito e lo pose al sicuro nella scollatura fra le rotondità.

“E’ troppo facile”dubitò S.-

Salotto del Sign.Makoga: 0.00. –“Che silenzio!.Ma certo, un diversivo!”-disse M. correndo verso il museo.Venne fermato dal proprietario, improvvisamente ,e bloccato in salotto da  militari.

“Puntuali!Hanno firmato la loro condanna a morte,ispettore”.-sentenziò Makoga.

“Come?”-proseguì stupito M.

“Sono pur sempre delle donne ,Isman.Hanno dei punti deboli.Comunque,a quanto ho potuto notare non sono tutte e tre ma solo una.Avrà una fine molto lenta.Dal momento che entra in possesso del rubino,scatta la trappola anti-gatta.”-affermò Mikawa.

“Trappola? Mi lasci andare ,maledizione,lei è un pazzo!!”-gridò M-“Occhi di gatto sta attenta.”

Interno del museo- “Incomincia a mancare l’aria,per fortuna ho con me un mini-respiratore ,però devo uscire di qui.Ho poco tempo.”-disse S.

Scavalcò i poliziotti ancora svenuti e si diresse verso l’uscita principale dove incontrò una piacevole sorpresa ,il leopardo della mattina.

“Caro micione,fra cugini non è bello lottare!”.-pensò fra sé S.e cambiò direzione inseguita da questi.

“Ma che diavolo,succede?”-esclamò trovandosi addosso all’improvviso uno sciame di vespe.

“Mi sembra di essere cosparsa di miele;.eppure c’è qualcosa di strano ,si muovono ovunque ,non seguono la regina,che sia un’illusione ottica”-pensò, cercando di schivare la loro ondata.

“Il leopardo,……è morto!!.Allora quelle sono vespe robotiche killer.Non erano gli animali le vere bestie feroci  ,bensì tutti i minuscoli insetti che ivi abitano,viventi e no.”-continuò-“L’altro giorno ho visto che al piano terreno,c’era una piscina d’acqua calda. Forse mi è venuta un’idea.”

Ritrovatala, si immerse fulmineamente,le api non percependone il profumo girarono in tondo e si dispersero.

“Le ha pensate tutte. Manca un minuto ,devo farcela”. S.corse  e si buttò sulla finestra. Il vetro si frantumò  ma nella ricaduta qualcosa andò storto.

La parte superiore della tuta si era strappata. S.si dileguò tra gli alberi.

“Non ricordavo che la strada fosse così lunga. Per fortuna che non ho perso il braccialetto(invenzione di T in grado di isolare la temperatura corporea),se no ,adesso avrei anche la spia dal cielo ad osservarmi.La vista mi si  sta annebbiando.Le gambe mi tremano,che mi sta…….” S.cadde dall’albero svenuta.

Bosco adiacente il lago- “K.l’hai trovata!Non riesco più a controllare il satellite,sta staccandosi l’accesso .Fai in fretta”-dichiarò allarmante T.

Nella ricerca affannosa,K finalmente rinvenne una traccia del vestito della sorella. Rovistò tra i cespugli e la trovò.

“S. rispondi,mi senti!”-K le disse schiaffeggiandola.Le sentì il polso,il battito era minimo.

“T. contatta il signor Marlos ,ci serve un elicottero che decolli subito,E’urgente!-disse K per radiocuffia.-“Ti prego S.cerca di svegliarti ,che ti è successo?Ha perso conoscenza! “-continuò.

La sollevò da terra e mentre appoggiava il corpo della sorella accanto al fusto dell’albero,qualcosa  le cadde in corrispondenza del seno giù.

“Questa è una delle specie mortali di vespe asiatiche!Assomiglia nelle striature dorsali ad una comune vespa ma in  realtà chi ne è punto si salva solo se ha uno specifico medicinale.”pensò K.

“K,sei tu….?”-pronunciò tenuamente  S.

“Si.Ce la fai a camminare?.T e Marlos stanno venendo a prenderci”rispose K.

“Sento un profondo dolore al seno e mi gira la testa.”-disse S.

“Sei stata punta dalla Ksei You.”spiegò K.

“Non ti sento…..K……!!!-disse S con voce tenue.

Capitolo quarto

 

“Sa che  le dico detective,è già tanto se la rivedrà viva la prossima volta”-disse contento Makoga. Si piegò e raccolse la suddetta vespa mettendola nelle mani dell’agente.

“Ah,Ah,Ah!”-rise compiaciuto Makoga

Al contrario ,M., colpito dall’accaduto,s’inginocchiò al suolo e scoppiò dalla disperazione  a gridare:”NOOOOOOOO!Occhi di gatto!No!”

“Tz!Un poliziotto che tifa per una ladra. Comunque,qui non c’è nulla da fare,se lei vuole rimanere a contemplare il cielo stellato è una sua scelta,io rientro in villa,devo fare alcune telefonate.-disse Makoga.

M.si alzò e rispose:

“Continuo il  giro di perlustrazione,caso che trovi qualche traccia di presenza delle sue complici.”

“Da solo!”-eclamò M.-“Coraggioso!-……Già,dimenticavo che è in ottima compagnia!!!!-I miei piccoli hanno bisogno di giocare la sera,forse troveranno in lei un valido palliativo!”-disse Magoga “Le giuro che non finirà,qua.”-irruppe M.

“Sbaglia di nuovo,Isman,è gia finita”-rispose compiacente Magoga ,andandosene.

Camminando lungo il sentiero che conduceva al lago,ad un tratto,M.s’avvide che l’erba  alta antistante  la riva del lago si era abbassata. Corse fino al prato e scoprì che questa comprendeva un’area circolare.”Un elicottero!Ecco come sono fuggite.-Spero che sia giunto in tempo,gattina,…!”

 pensò M. mentre ritornava sui propri passi.

Percorse quasi metà strada per la boscaglia quando vide  in lontananza un’oggetto luccicare col chiarore della luna. Questo,in realtà,era un ciondolo rimasto attaccato ad un ramoscello d’arbusto.

“Apparterrà alla gatta.Allora è viva!”-disse M.

L’osservò più attentamente e vide una scritta incisa dietro al goiello in tedesco,” Ai miei tre gioiellini,papà” .E lo depose in tasca della giacca.

Anche durante il tragitto di ritorno,S non riprese conoscenza.

“Non vi preoccupate,ho contattato personalmente il primario dell’ospedale di Tokyo.Arriverà con un’aereo privato all’eliporto di Hososarawa e di là ci raggiungerà.”-disse Marlos.

“E’stata tutta colpa mia,non dovevo lasciarle correre questo pericolo”continuò K.

“K,..!!!Non riesco più a sentirle il battito……Sorellina,Sheila,Sheila-aaaaaaaa!-

Ore 00.40- La spia  della sala operatoria della clinica si accese. K. seduta sulla panchina all’entrata della sala ,T camminava nervosamente su e giù per il corridoio e Marlos osservava da una finestra il passare dei minuti. L’intervento durò 1 h. circa.

Quando la luce diventò verde,il chirurgo uscì per rilasciare le prime notizie.

“Ho rimosso il nodulo,ha un fisico resistente tuttavia è ancora in coma.Il signor Marlos mi ha spiegato cosa le è accaduto;avrei bisogno del Tremium,un potente medicinale in grado di ripristinare le normali funzioni cardiache che qui non ho ,se no non posso intervenire a somministrarle l’anti-serio.Il suo cuore sta subendo continui sbalzi di pulsazione ,la situazione per ora pare stabilizzarsi .Quando finirà l’effetto dell’anestesia,vedrò come agire. Proverò a contattare un mio collega che lavora nella zona se ha disponibilità del farmaco,spero in bene.Altro non posso fare,mi dispiace!”-affermò il dottore

“Quanto tempo occorrerà per portarlo?”chiese K.preoccupata.

“Tarda mattinata-primo pomeriggio.Dato che la ragazza è in questo stato,è il più presto che posso chiedere.La probabilità che peggiori per ora è scongiurata,per il fatto che la sua vita è legata alla macchina di depurazione del sangue ed il battito rallentato causa anestesia e poca voluminosità del sangue ma quando l’anestetico finirà,le sue condizioni subiranno in poco tempo un’innalzamento dei limiti di guardia e mi auguro di sbagliare ,credetemi,morirà se non interverremo”.

“Possiamo vederla?” chiesero le due sorelle

“E’in sala rianimazione,la terza stanza a destra.C’è uno specchio antistante la camera ,potete vederla da lì. Domani la trasferiranno in una camera privata .Ora vado a telefonare,mi raccomando però qualora si svegliasse non più di una persona potrà entrare”disse il primario.

T.fu la prima a vederla. S.giaceva sul letto inerme, aveva il volto pallido e respirava affannosamente col respiratore infilato nel naso.Sul petto portava le piastrine per il monitoraggio del cuore e  sul braccio sinistro un ago che trasportava il sangue nella macchina che le dava una speranza di vita.

A tale visione,T.non seppe resistere,crollò a piangere disperata su K.che fingeva di controllarsi ma anch’essa era seriamente angosciata.

Marlos se ne andò quasi subito dopo aver sentito le condizioni stazionarie del medico.

La notte trascorse senza cambiamenti.Le sorelle dormirono in un hotel della città.

L’indomani mattina,a 78 Km dalla clinica ,nel commissariato di polizia,come al solito M.riceveva l’ennesimo rimprovero del capo.

“Salve,Alice!”-disse umiliante-

“Salve M.!Hai qualche notizie delle sorelle?-affermò A.stranita.

“Sono al caffè come sempre,beate loro!”sbottò M.

“Non direi,stamane parcheggiando l’auto davanti al bar ho notato che ai tavoli servivano altre persone.”disse A,invitando con lo sguardo ,M, a riflettere.

“Oggi è lunedì,il loro giorno libero,saranno andate a fare shopping.Alle sei del mattino e con delle valigie?La cosa strana è che ho visto K affidare le chiavi ad una ragazza e T.che partiva con Lei. Se non sbaglio,avrebbe dovuto sostenere un esame importante e invece all’ultimo fugge,dopo mesi di studio.-sostenne A.

 “E S.?”gridò M.

“Non c’era.”rispose A.-“Ti ha mollato,vero?Per un altro uomo?” 

M.ripensò alle parole dette da T. il giorno precedente,afferrò la giacca in fretta dalla sedia e si precipitò alla casa della fidanzata.

Bussò ed entrò. Domandò spiegazioni del mutamento di gestione e le inservienti risposero che una delle gestrici era in ospedale per un’operazione al seno e le sorelle l’assistevano.

“Mi sa dire quale delle tre,sarebbe stata operata?”chiese ansimando M.

“Mi pare che fosse una certa Sh,…..Mi è scappato il nome,mi dispiace.Se ritorna fra una settimana glielo confermo”-aggiunse la cameriera.

“Una…settimana…!S.non mi ha detto niente.Dove si recavano?”M domandò.

“Ad Hososarawa.Una città a 78 Km da Tokyo.”-rispose questa.

“Bene,grazie.”salutò M ed uscì.Prese l’auto sgangherata e partì per la destinazione suddetta.

Numerosi pensieri gli frullavano per la testa.”-Ecco perché ieri era sulle sue.Non voleva parlarne.Ed io, idiota,pensavo che l’avevo obbligata a venire senza preavviso a tenermi compagnia.Ho sempre rifiutato di parlare con lei delle malattie,e,questo lo sapeva.Ho persino paura a farmi una puntura figuriamoci a vedere una persona che sta male.La percentuale di donne cui gli viene diagnosticato qualcosa al seno,cade in depressione e non riesce a sostenere da sola il peso della sofferenza.Me l’ha nascosto per non vedermi impazzire dal dolore.” Una sensazione di panico l’avvolse al pensiero che ciò potesse succedere. Pestò l’acceleratore e deviò per una strada secondaria per non incontrare traffico.

Alle 10.00 giunse alla clinica menzionata.Vi entrò e domandò in quale stanza si trovasse.

“Per cortesia ,cerco S.Tascicher.Sono il fidanzato.”chiese M.

“Ah,si. Dipartimento medicina interna,terzo piano,stanza 45. Purtroppo deve attendere in sala il suo turno,ora c’è la sorella minore a trovarla.”l’informò l’infermiera.

“L’intervento è andato bene?”chiese ragguagli M.

“Sì ,è uscita dalla sala rianimazione mezz’ora fa.Ha ripreso conoscenza.”-rispose l’infermiera.

“Scusi,ho capito male,ma non era un asportazione di un  corpo estraneo al seno.”-specificò M.

“Non l’hanno informata?Mi dispiace,ma la ragazza ha avuto complicazioni ed è stato reso necessaria la sala rianimazione”.-continuò l’infermiera.

A tale notizia, a M.gli crollò il mondo addosso.Intorno a sé vedeva il buio profondo,venne immerso da mille angosce finchè una sagoma di donna gli venne incontro.Era K.

“M.che ci fai qua?”domandò bugiardamente K.

“Me l’ha detto la vostra inserviente.non è possibile,ieri stava benissimo ed oggi invece…..-Devo vederla!!!”-insistette M.

“Lo desideri così tanto,M,ne sei sicuro?.Non vorrei che la vedessi in questo stato.Fa fatica a respirare perché è subentrata una complicazione nell’operazione,un’emorrargia interna, il cuore è collassato ed è entrata in coma subito dopo l’uscita dalla sala operatoria.-spiegò K fissandolo apertamente negli occhi.-“Sto andando su,devo dare il cambio a T.;Lei non si da pace,continua a tenerle la mano ma S.sembra da un’altra parte. Ci vede ma soffre dal dolore.Il  chirurgo ci ha detto che esiste un farmaco che lenisce il dolore e assorbe lentamente l’emorragia. Il problema è che questa clinica non l’ha e così stiamo aspettando un ‘altro medico che ce lo porti.”-disse K.

L’ascensore si fermò al terzo piano dove trovarono T. mentre usciva dalla stanza.

“Le hanno dato un sonnifero.Ora riposa.Non so quanto resisterà.I battiti sono normali.-spiegò T a K.

Rivolse poi la vista al detective.“Vuoi vederla?A S. farebbe piacere!” disse T . lacrimando.

“Vado da solo”-rispose M prendendosi coraggio. Aprì la porta della stanza e stette paralizzato ad osservarla. S.riposava affannosamente sebbene avesse delle macchine per avvantaggiarla nella respirazione,talvolta si contorceva dallo spasmo di dolore al seno.Gli si avvicinò accanto e notò la benda che copriva la cicatrice dell’intervento.Del sangue ancora s’intravedeva e tutto ciò lo faceva pensare al dramma che stava portando con sé.

Prese una sedia ,si sedette e pregò.In quel medesimo momento ,K,che stava entrando per avvisarlo della fine del permesso di visita,si fermò a mezza porta.Una lacrima trapelò dal suo austero volto.Socchiuse di nuovo la porta e lasciò il corridoio dirigendosi verso l’ascensore.

Verso mezzogiorno, il medico si recò a fare un controllo delle condizioni di S. Si stupì;sul comodino c’erano la scatola ancora aperta del Tremium e una siringa appena usata .Supervisionò il polso della paziente e la respirazione.Tutto si era normalizzato.Svegliò M. addormentatosi sulla sedia.

“Ha sentito qualcuno entrare?”domandò il medico.

“No,mi sono appisolato cinque minuti fa,forse dopo…!”rispose M.

“Beh,chiunque sia ,lo dovrà ringraziare.Grazie al suo aiuto,la sua fidanzata si riprenderà molto presto.Pare che abbia trovato il farmaco introvabile. Passerò più tardi quando si sveglierà.Buona giornata.”aggiunse il medico.

M. l’osservò nuovamente,rilassato.Il suo viso disteso,lo rincuorava,le ricordava l’espressione di quando al liceo,nei campi estivi solevano trascorrere le vacanze in tenda in montagna.Si vergognava a dormire in tenda con lei  non tanto perché non aveva denaro sufficiente a comprarsene una  ma perché gli altri compagni lo prendevano in giro perché era scemo a non approfittare di un’occasione simile per esternarle il suo amore,dato che era considerata la più bella del liceo dove studiavano.

Rammentava le notti in bianco passate a contemplarla mentre dormiva.Quella sua tranquillità e spensieratezza nel sonno,non l’avrebbe mai dimenticata ed ora che la guardava da vicino,anche se gli anni erano trascorsi,continuava ad essere la stessa.

“S,non perdere mai la tua espressività,mi piaci così. Farò di tutto perché tu mantenga quel sorriso felice sulle guance.Se non ci riuscirò,non sono degno di essere il tuo uomo ma un povero stupido che non ha capito quanto fosse importante avere accanto una persona onesta nei propri sentimenti .”pensò fra sé M.

Le rimboccò le coperte ,le mise le braccia sotto le lenzuola e l’accarezzò dolcemente una guancia. Poi se ne andò.

Due giorni dopo- M. vestito di tutto punto,con un mazzo di rose rosse entrò nella stanza della fidanzata nell’orario di visita.

“Permesso!Posso en.tra.re?disse M.tremolante.

“Vieni,entra,l’infermiera,ha finito le medicazioni. M,m’hai sentito?I fiori li puoi mettere nel vaso,adesso.M.,sveglia!”disse S.

“E-e-e-e-h!Si”rispose M.indugiando a guardarla. Non l’aveva mai vista in camicia da notte e tale visione lo eccitava.Timido com’era però questa aveva i suoi risvolti e M.di solito s’immobilizzava quando S mostrava il suo fisico con indumenti intimi. Non riusciva neppure a guardarla negli occhi quando le parlava .

“K mi ha detto che mi sei rimasto accanto in questi giorni.Sai,M.,all’inizio della nostra relazione pensavo che ti spaventasse l’idea di legarti con una donna ,soffrivi di complesso di edipo. Lo accettai con la speranza che negli anni cambiasti .-disse S. arrossendo-Invece sei sempre lo stesso.Ti metto ancora soggezione,non è vero?Ti vergogni a vedermi in intimità.Qualche volta mi domando se il problema sta in me;è strano che ti spaventino le mie rotondità,sei vissuto con delle sorelle da piccolo. Forse ,è colpa mia che non ti attraggo come donna e non sono il tuo tip.Tuttavia,questo non significa che non ti voglia bene,anzì la tua presenza mi è sempre stata di protezione e sollievo.L’altra notte quando ero priva di conoscenza,hai preso il coraggio e sei venuto a farmi forza nonostante ,conosca le tue titubanze di  vedere una parte di me spogliata.Grazie ,M,dal profondo del mio cuore.Spero che un giorno,incontrerai una donna che non ti deluda come me che non ho saputo mostrarti altro che il carattere deciso.-disse S.

“Ma che dici,stupida!Ops,scusa,lo scemo sono io che mi son sempre preoccupato più di Occhi di gatto che di te,la sola persona che ha pazienza e sopporta i miei numerosi difetti.”proseguì irritato M.

“M.!-…-Le cose verranno da sé.Scambiarsi  emozioni,condividere affetti non è disonorevole ,talvolta è bello lasciarsi andare e vivere le situazioni così come vengono.- affermò S.

M le si avvicinò lentamente,le mise le mani sulle spalle e la fissò.Quell’istante  le sembrò durare un’eternità:i suoi occhi lucenti l’avvolsero  così magicamente che non s’accorse che M la stava baciando.

Quanto aveva atteso quel momento;tanto da non rendersi conto che K e T. erano venute a fargli compagnia.

“Disturbiamo?”irruppe T.-

“Ehm!No,no!”disse M.imbarazzatissimo-“Dovevo proprio andare. S.allora,ci vediamo al caffè  appena ritorni.Ciao a tutte,sono in ritardo!!!!

“Com’era ,S.?”s’interessò T.

“Cosa?”disse S.

“Il bacio.”aggiunse T.- “Ma,come non ti ricordi?”

“Fulminante.Non credevo che M fosse così romantico,all’apparenza è un bambino ma mi sono sbagliata,mi ama ed io lo amo ancora di più di prima.”

Quinto capitolo

Sabato mattina,S.fu dimessa e rientrò al Cat’s eye caffeè. Ad attenderla c’erano tutt:,M.,il capo e Alice.Festeggiarono l’arrivata con un brindisi ed una torta. La convalescenza sarebbe stata lunga ma con loro non era facile riposarsi serenamente perché le sorprese erano sempre in agguato.

Tre settimane dopo-S. aveva ripreso le sue forze  e lavorava di nuovo al bar.

“Buongiorno,ragazze!.Ciao,S. Fammi un caffè,ne ho bisogno!”disse M.abbacchiato.

“Che è successo al commissariato?”chiese S.

“Il capo è stato convocato al quartier generale ed Alice parte oggi per un nuovo incarico.Il caso Occhi di gatto è stato archiviato,Il motivo si spiega con la mancanza di provare effettivamente se siano state rubate delle opere considerate dei falsi d’autore o no,perché si dice che questi non sono reati da condannare dato che il proprietario non recrimina mai la scomparsa di questi. Povero me,una vita sprecata per niente. Maledizione!”-ed aggiunse-“Non le potrò più restituire il ciondolo!-

“Ciondolo?”disse S.preoccupata.

“Sì.Quella notte alla residenza di Makoga ho rinvenuto un ciondolo appeso su un’arbusto. Penso che sia il suo.C’è scritto:”Ai  miei tre gioielli “ed è in tedesco.Volevo restituirglielo per non dare motivo ad altri di continuare le ricerche di una gatta creduta morta.L’ho sempre inseguita per anni,ora glielo devo per onestà di servizio. Mi ha sempre trattato con rispetto,mi ha difeso nei momenti difficili aiutandomi,la stimo e vorrei incontrarla per ringraziarla del suo comportamento nei miei confronti. Non so come rintracciarla ma un modo lo troverò!”continuò M.

“Penso che apprezzerebbe il tuo gesto”rispose S.-“Magari lo starà cercando.”

“E’buffo,S. ,sembra che ti stia a cuore questo oggetto.Non è bello ma avrà per lei un grande valore.Le deve mancare tanto il papà;se lo indossava  significa che le vuole molto bene.Un po’ come Voi che avete perso il padre da piccole,tranne te T ,che quando nascesti non avevi già un padre.”-riflettè M.-“Le mie ricerche sulla banda sono finite.Un dubbio m’è rimasto:Michael  Heinz avrà un legame  di parentela con le ladre?Potrebbe esserne il padre ed allora tutto avrebbe significato. Costanza,determinazione e rischio sarebbero bastate per sanare il vuoto di un’affetto caro?Dei miei genitori rammento poco,ma quello che mi è rimasto nella memoria lo porto ancora dietro adesso.Chissà quanto hanno perso di Lui se hanno deciso di ricostruire la sua collezione.Forse vorranno informarlo così che lo stanno cercando ma non sanno dove sia. Michael Heinz scomparve subito dopo la seconda guerra mondiale per sfuggire ad un gruppo di ex-nazisti che volevano assassinare il nuovo presidente americano.Questi li tradì  prima di compiere l’impresa

E venne da quel momento perseguitato.Della famiglia non ci sono informazioni precise,ebbe delle figlie ma non si scoprì mai di quale nazionalità fossero.”raccontò M.

“Con tutte queste notizie perché non sei riuscito mai a catturarle? “sbottò T.

“Sono stato sempre ad un passo da loro ma la loro furbizia ed agilità è inesprimibile.Sapete mi sono innamorato delle loro gesta e mi dispiace dirle addio.Mi mancheranno.!”rispose M. rivolgendosi a S.

“Hai deciso di abbandonare l’inseguimento anche se ti tolgono il caso?“chiese S.

“Sì,stamane ho ricevuto la proposta di avanzamento di grado,assumerò il ruolo che prima apparteneva al capo che va al quartier generale.Il mio stipendio aumenterà e così potrò sposarti.La cosa però mi avvilisce profondamente,adoravo la lotta con loro,era una ragione di vita per me arrestarle ma ora sono destinato a perderle e mi rintanerò nell’ufficio.”aggiunse M.

“E il tuo orgoglio che fine ha fatto!”proruppe S.

“Ce l’ho sempre, ma questo è più un addio che un ‘a presto’ Occhi di gatto. Comunque, non ti preoccupare la nostalgia col tempo scomparirà e quando avverrà sarò probabilmente un’altra persona .”rispose pacato M.-“Vi saluto ragazze,torno in commissariato.”

E se ne andò.

Questo dialogo turbò l’animo della fidanzata che non desiderava far conoscere la sua doppia identità al ragazzo senza riappropriarsi dell’amato oggetto.

Nel medesimo momento,entrò Marlos con una dolorosa notizia.Il petroliere Makoga non si occupava solo di affari ma anche di politica estera.Emigrato da Berlino,aveva fatto fortuna in Giappone ma aveva continuato a intessere rapporti col paese d’origine,la Germania. Perché?Semplicemente voleva vendicarsi del tradimento di M.Heinz,suo compagno durante la guerra. Da braccio destro di Hitler,subito dopo la morte del leader aveva radunato intorno a sé numerosi fedelissimi e aveva progettato la morte dell’allora presidente americano.Solo l’intervento di Heinz,amico per scelta in quanto era una maschera del suo vero ruolo di spia,salvò il futuro del trattato di non belligeranza firmato dalla Germania.

Venticinque anni erano trascorsi dal fatto ma MaKoga non si era dimenticato dell’accaduto e continuava a cercarlo.Ora che era venuto a conoscenza che la sua famiglia viveva a Tokyo riprese la battaglia persa con la speranza di scovarlo e ucciderlo insieme con le sue figlie.

 “Papà è qui a Tokyo?”dissero festanti le sorelle-“Ha ricevuto il nostro invito.Quando lo potremo incontrare?Si è messo in contatto con Lei, Marlos?”

“Non esattamente,signorine.Tra la posta stamani,m’è pervenuta una cartolina di Fushiju  con una calligrafia che non vedevo da anni,era di Michael. Scrisse solo una frase: my amour is art,all lose sense without dreaming to draw what ‘s really joyfull to stay with yours.

Tale messaggio riempì improvvisamente di gioia le sorelle.

“K. allora quando partiamo?”proruppe T. impaziente.

“Fushiju era il paese natale della mamma che papà voglia invitarci là è stupendo ma prima dobbiamo valutare anche un’altra cosa.Con probabilità anche Magoga saprà dove si nasconde e ci seguirà.Dobbiamo esser caute.Prepareremo un piano e domani partiremo.”disse K.-”Tu che ne pensi,S?continuò.

“Hai ragione.E’ meglio non rischiare;quel Magoga è un killer,uccide per piacere,chiunque gli mette i bastoni di mezzo finisce per soccombere”rispose S.

“Se l’avessi tra le mani,glielo farei vedere io cosa gli farei!”disse T.

“Calma,T.Non c’è da scherzare,qui si tratta della vita di papà. La miglior tattica è la prudenza;so che si ritrovano il giovedì sera in un magazzino fuori città.Sarà l’occasione giusta per fargli visita ,oltretutto ho motivo di pensare che gestiscono un casinò illegale.Questo spingerà la polizia ad indagare e a darci un aiuto se necessario.Sei d’accordo,S.?chiese K.

“Per me va bene”rispose assorta nei pensieri S.

La sera stessa,dopo cena,S. indossò la calzamaglia di Occhi di gatto. Fuggì dalla finestra e prese la motocicletta,lasciata fuori in giardino. Era diretta al magazzino. Svoltato l’angolo della strada,si fermò davanti all’abitazione di M. ripensando alle sue parole e al desiderio di incontrarla di persona. Sarebbe stato bello,pensò S., ma ciò non era possibile. Occhi di gatto doveva rimanere un segreto anche se  quello che avrebbe fatto quella notte le sarebbe costato caro. Balzò sul tetto adiacente e notò la luce accesa nella camera di M.

In quel momento,il fidanzato stava pensando al suo avvenire;cos’avrebbe fatto senza Occhi di gatto,probabilmente sarebbe diventato il tipico commissario “poltronaro” del distretto.”Che monotonia,stilare rapporti e firmare denunce.”-rifletteva angosciato M.

Improvvisamente una cat’s eye card lo svegliò buttandolo giù dalla sedia.

“Occhi di gatto!!” Nel messaggio c’era scritto:”Ho bisogno del tuo aiuto.Vediamoci al magazzino XYZ. Makoga dev’essere femato,la tua abilità nello sparare mi servirà.Ti aspetto!!!”

“Maledizione,la ucciderà.Quel bastardo non è solo un Killer ma anche un malato mentale. Anni fa si divertiva a seviziare le donne e le torturava. Fu scaginato dall’imputazione perché era un politicante.”-ed aggiunse M.-“Gatta ,sta attenta!”

Prese la revolver nel cassetto della scrivania , la mise nell’apposita custodia  nel sottogiacca e partì  molto preoccupato.

Sesto capitolo

Il magazzino era ubicato dinnanzi al molo del porto. Ivi erano parcheggiate da ogni lato ,una lunga fila di auto lussuose e gente di ogni rango che scendeva da queste per entrare nel casinò. Tre uomini dal fisico possente stazionavano all’ingresso e controllavano i clienti. Lungo il perimetro del casinò si dislocavano gruppetti di guardie armate .

”Ci voleva un dispersivo ,qualcosa che li attirasse via e le permettesse di entrare facilmente”pensò fra sé S. E lo trovò.

Da un condotto delle fognature sotterraneo riuscì a giungere fino in un deposito dove erano nascoste decine di casse di mitragliatrici a raggi infrarossi.

“Supponevo che al di là della sua figura maestosa celasse qualcosa di sporco,ma questo mi sorprende e spaventa allo stesso tempo. Importa queste armi in Germania dove poi, successivamente ,vengono smistate al miglior compratore nei Paesi oltre oceano , dove  permangono popoli in guerra che grazie alla loro ricchezza interna di petrolio, sono in grado di pagare qualsiasi prezzo solo per avere in mano il potere.”riflettè la ladra.

“Ben arrivata,gattina! Ti aspettavo. Come vedi,mi sono premunito di invitare anche degli amici alla mia festa. Desideravano conoscere una delle figlie di Heinz. Vero,S.?”sentenziò M.

Due gruppi di militari in divisa tedesca la circondarono.

“Si sbaglia,H. ebbe solo una figlia.”rispose S.

“Davvero?Le mie informatrici eppure affermano il contrario.Voi tre,S,K. e T gestite il Cat’s eye restaurant a due passi dal commissariato Inunari dove lavora il suo fidanzato. Sua sorella minore frequenta l’Università con buon profitto ed è brava nel creare invenzioni supersofisticate che vi hanno aiutato a portare a compimento i vostri furti. Mi piacerebbe tanto conoscerla personalmente!!!Ho un debole per le ragazzine,specie se belle ed intelligenti come Lei.”disse Magoga.

“Provaci solamente e te ne pentirai.”-gli rispose.

“La gattina tira fuori gli artigli,bene,non attendo altro di vedere la tua abilità.”le disse.

“Voi”-disse alle guardie-“occupatevi delle altre come previsto,se non erro tra poco entreranno in azione. “

“Vedi S.,erano anni che vi tenevo d’occhio,sapevo ogni vostro minimo spostamento,ho analizzato la vostra personalità e tu sei quella che è più dotata fisicamente,psicologicamente e in abilità. Mi piace competere con qualcuno che è al mio stesso livello e che ha grinta,anche se tu sei una donna ed io ho più forza di te. Ora finalmente completerò la mia vendetta,grazie a questo tuo errore vostro padre certamente uscirà allo scoperto ed allora lo ucciderò.”argomentò MaKoga a S.

“Nostro padre non cadrà nella tua trappola anzi, sarai tu a non vedere mai più la luce del sole.”rispose S.

Improvvisamente un soldato entrò dalla porta ed avvisò che le gatte erano arrivate. Tutte le persone correvano di qua e di là cercando un’uscita ,mosse dal terrore di essere poi scoperte dalla polizia che interveniva sempre durante l’azione delle ladre. K.e T. infatti accortesi che la sorella aveva agito impulsivamente,l’avevano seguita ed avevano attuato un loro piano. T. aveva fatto scattare l’impianto antincendio del falso casinò,cosicché l’acqua gelata fuoriuscita smuovesse le persone  ben vestite ed infradiciate ad uscire. K.invece ,si sarebbe occupata nello scompiglio generale, di togliere la corrente e di narcotizzare le guardie addette al controllo esterno del magazzino per permettere all’arrivo della polizia una rapida fuga.

Nel frattempo la lotta fra il magnate e S. incominciò. I due s’equivalevano negli attacchi ma l’agilità felina di S.era superiore. Nonostante M.sferrasse colpi di kickboxing di notevole pericolosità ,S. si difendeva e sorprendeva l’avversario con salti tripli mortali all’indietro,calci rotanti e spaccate vertiginose. Più che un combattimento pareva uno spettacolo circense.

“Ti sottovalutavo, gatta ,ti sei ben allenata ma i tuoi sforzi non ti porteranno a nulla.Ti sei dimenticata che conosco il tuo punto debole!!!Sì,tua sorella minore,Tati.”affermò Magoga.

“Tu,portala qui!”-ordinò ad un soldato. E l’ostaggio comparve.

“Pensavi che vi avrei permesso di attuare il vostro piano senza accorgermi di nulla. Ho calcolato ogni minimo dettaglio e so quanto tu saresti disposta a fare per tua sorella anche ucciderti”affermò Makoga.

“S.non dargli ascolto,è solo una farsa!”disse T legata alle mani con una corda.

S.tentennò. Abbassò la guardia e domandò:

“Cosa vuoi che faccia?”

“Che mi diciate dov’è il Signor Marlos.”disse Magoga.

“Marlos?Ma non cercavi Nostro padre!”chiese S.

“Marlos  e Michael sono la stessa persona”disse argutamente Makoga aggiungendo-“Avrà cambiato volto ,ma i suoi comportamenti galanti no. Vi ha ingannato come me che lo cercavo in Europa mentre lui era ritornato in Giappone per riappropriarsi delle sue collezioni da me vendute per procurarmi denaro per comprare documenti illegali per espatriare dalla Germania. Ora che conosci la verità dimmi dov’è o per T.sarà la fine!”

“Anche se volessi non saprei dove vive. L’unica cosa che so, è che soggiorna saltuariamente in un hotel a cinque stelle nel cuore di Tokyo. E’ lui a farci visita,altro non so.”rispose S.freddamente.

“Pazza!!!Michael è astuto,lo so ,ma io non sono da meno. Pagherete voi, prima, la mia rabbia!disse Makoga estraendo dalla camicia un coltello dentato e volgendo lo sguardo verso T. che terrorizzata si avvicinava al muro.

Quand’ella lo toccò ,Makoga  le era a due passi. S.scagliò una card  e  gli tolse il coltello buttandosi sulla sorella per impedirgli di toccarla.

“S.,sta attenta,è un killer vuole ucciderti!gridò T.

“Lo so,a lui ci penso io tu raggiungi K. Almeno voi dovete riabbracciare papà,io vi rivedrò più tardi a casa. Ora vai,VAI!!!!”disse S. alla sorella.

“No,non ti lascio sola. Insieme lo sconfiggeremo.”disse T.

Nello stesso istante, il soldato svegliatosi si scaraventò su di Lei che accortesene, lo stese con un colpo a mezza rovesciata. Quando si voltò,S.era bloccata al muro.Makoga l’aveva immobilizzata.

“Questo è ciò che meritano coloro che si prendono gioco di me!”affermò Magoga schiacciandole violentemente il seno sinistro e mettendosi a ridere soddisfatto.

!NO-OOOOOOOOOOO! Sheila-aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…….!”urlò a voce alta la sorella.

Si udì un grido straziante di S.provenire dalla sua bocca. Il suo corpo crollò lentamente a terra. La sorella minore le si avvicinò accanto, spaventata e preoccupata.delle condizioni in cui giaceva. Proprio quello stesso seno operato in cui la cicatrice non si era ancora rimarginata.

“Maledetto bastardo,ci volesse una vita intera ti scoverò e …..”esclamò T. prima di essere interrotta dalla vista del sangue che usciva dalla parte superiore della calzamaglia di S.

Con la mano destra S.cercava di celare la violenza subita alla sorella ma non aveva più forze per difendersi. Il cuore incominciò a battergli velocemente e più tentava di alzarsi più anche la vista l’offuscava. Solo l’udito l’aiutava in quel momento e la voce della sorella vicino la tranquillizzava.

“Non avrai il tempo di cercarmi perché allora tu sarai già morta .Tra un quarto d’ora la bomba che ho piazzato in un luogo segreto scoppierà e direte addio anche a vostro padre.”affermò convinto Makoga.

A tali parole la faccia di T.si rivolse nuovamente verso S.

“Devo portarti via da qui.Dopo cercherò la bomba e la disinnescherò”disse T.

“Non ce la farai mai da sola a trovarla.Devo al-zar-mi-,abbiamo solo 10 minuti e K.non sa che c’è una bomba che sta per esplodere. Devi avvertirla. Penserò ,io,a trovarla!”continuò S lamentandosi del dolore incessante.

“No,sorellina,non voglio lasciarti ,non hai più forze per reggerti in piedi e poi se arriva M.,….No,no,no non mi muovo se non vieni con me”proseguì T.

Con estrema forza di volontà,nonostante la vista era molto debole ed il dolore al seno aumentava,S.si rialzò per convincere la sorella che stava ancora bene.

“Sheila!       “affermò T. stranita fissandola negli occhi.”Come vuoi, ma aspetta a disinnescarla,K conoscerà il sistema di innesco e sarà in grado di togliere l’esplosivo senza intaccare i fili d’auto distruzione.”

“Va bene,aspetterò.Ora va!”ordinò S. a T.

Non appena T.con balzo felino oltrepassò il valico che l’avrebbe condotta in un altro deposito,S.agonizzante sorreggendosi al muro incominciò a camminare verso l’hangar dove aveva visto un piccolo aereo da turismo. Percorse faticosamente un lungo corridoio buio fino a quando si trovò dinanzi di nuovo la figura di Magoga che stava azionando la bomba situata dentro uno dei contatori dell’elettricità del “casinò”.

Questi accortesene si voltò e sparò. Nel medesimo istante  si udirono altri spari. Era M. nascostasi dietro una colonna murale che prendeva le sue difese. La minaccia di essere uccisa svanì. La precisione nella mira però era a svantaggio del detective:Makoga infatti, era stato campione europeo di tiro al bersaglio. La sparatoria continuava mentre la ladra s’avvicinava lentamente vicino al detonatore.

“Dovevo finirti prima,muori gatta!”sentenziò il magnate.

“Bang!”

Il suono riecheggiò fino alle orecchie di T,.intenta a cercare K., che impallidì pensando al peggio e si precipitò dove proveniva lo sparo.

“Gatta-aaaaaa!         Dietro di te!”gridò M.

S. sentendolo,si girò,prese e scagliò le sue ultime due cards rimaste. Una deviò la traiettoria della pallottola e s’incastonò sull’armadietto che proteggeva i contatori e l’altra bloccò il grilletto della pistola. Di scatto,M.gli sfrerzò un gancio allo stomaco e alla faccia stendendolo. Era finita.

S.staccò i fili del detonatore e lo cercò con lo sguardo. Le gambe tremolanti le cedettero,la vista s’annebbiò completamente e crollò dalla sofferenza. M.fece appena in tempo ad afferrarla mentre cadeva.

“Occhi di gatto,rispondimi,ti prego.!”urlò M. abbracciandola. Una delicata sensazione l’avvolse,il suo calore e il contatto fisico tra i due parvero fermare i minuti di un’orologi. Scorrevano così velocemente,  senza che M. s’accorgesse che tra le proprie braccia ci fosse la sua amata Sheila.Il desiderio di vederne il volto si manifestò immediatamente, ma qualcosa lo distolse:sì,la gatta teneva una mano sul seno sinistro per celare il sangue.

“Ti prego,gatta,riprenditi,non voglio che succeda ciò che ha passato Sheila,la mia cara Sheila.Siete le uniche persone cui voglio bene,non vivrei senza voi. Ora che hai bisogno di me,non so come comportarmi,mi hai salvato innumerevoli volte la vita e io non posso ricambiartele.”-pensò il detective.

Settimo capitolo

Una sagoma dalla penombra gli si fece avanti. Era K.

“Sono una delle sue compagne,l’aiuterò io”disse K.seriamente.

“Grazie!”ringraziò M, lasciando trasparire una lacrima, che K.notò.

“Non vuoi arrestarci?Non vuoi realizzare il tuo sogno,adesso ne hai l’occasione!”chiese K mostrandogli le mani incrociate.

A tale richiesta M.gettò le manette a terra.

“No,la lotta fra noi non è mai esistita.Voi mi avete sempre rispettato anche se sono un fallito come poliziotto,sembra quasi che mi proteggevate. Ora vorrei ripagarvi della vostra onestà nei miei confronti regalandovi la  mia libertà;dopotutto da oggi il caso Occhi di gatto è stato archiviato come non sussistente di reato, causa riappropriazione personale di opere precedentemente rubate.”argomentò M.

“Rispetto la tua decisione,detective,allora addio e grazie a nome di mia sorella”rispose K. andandosene mentre sorreggeva il corpo dell’inerme S.sulle spalle.

Udita quella parola,M.si voltò di scatto ma la figura della gatta scomparve insieme alla terza gatta riunitasi a questa. Solo il chiarore della luna,ne illuminò  la sagoma delle ladre,per l’ultimo saluto. Cinque minuti dopo irruppero le volanti allertate dalla gendarmeria portuale:25 arresti  e condanne all’ergastolo per incriminazione di atti antiumanitari contro donne,bambini ed anziani durante il periodo nazista erano alcune delle citazioni d’arresto. Altre ne sarebbero giunte da lì a poco. Makoga venne espatriato in Germania per  essere sentenziato davanti al tribunale dei diritti umani;3 giorni dopo i giornali riportarono la notizia che Makoga si era suicidato,con il cappio al collo in cella.

8.00 del giorno seguente al Cat’s eye caffè: Grazie ad un potente antidolorifico somministratale da  K., S.riuscì a dormire tutta la notte All’indomani il medico sarebbe andato a visitarla. Così accadde.

“ Il trauma è evidente,attorno al capezzolo vi sono ancora i segni della violenza subita,il sanguinamento è ovvio ma seguendo la terapia che le prescriverò tra qualche mese si ristabilirà,signorina K..Ciò che più mi preoccupa è il suo stato d’animo,avrà bisogno di coraggio e dell’aiuto di persone care che l’aiutino a superare quel senso di possesso subito.Ce la farà da sola?”disse il medico.

“Me lo auguro,dottore.”rispose K.accompagnandolo alla porta.

Mentre K.ringraziava ancora il medico di famiglia,il signor Marloss entrò nel bar.

 “Come sta S.?”chiese  il Signor Marloss

“Non molto bene. Dovremo starle accanto più che mai in questi mesi a venire. Ciò mi turba e mi angoscia,riuscirò mai a farmi perdonare da Lei. Sono stata io a cominciare questa ricerca di nostro padre e adesso scopro che Lui era sempre vicino a noi,ci vigilava .Mi chiedo perché ci ha nascosto la sua identità!”prorurre K.

Marlos capì la situazione;era il momento di togliersi la maschera. Se ne privò e comparve quello stesso volto inquadrato nei ritratti in salotto.

Cat’s eye era un pretesto per rimettere insieme la mia famiglia. Non sapevo dove vivevate se eravate state divise dopo la morte di Marie. Seppi che ebbi un’altra figlia dal generale Marlos e la chiamai T. in virtù dell’amore verso mia moglie. Poco tempo dopo tornai in Giappone come ti raccontai,incontrai Marlos che mi disse che Marie era morta e Lui si era preso cura delle mie bambine. Quando tu avevi dodici anni,una mattina il generale venne sorpreso in un agguato ed ucciso perché rifiutò di svelare dove mi fossi rifugiato. Figlia mia,riuscirete mai a perdonarmi  per avervi coinvolto in fatti al di là delle Vostra normalissima vita di giovani donne.”disse Heinz.

“Papà,posso chiamarti così ora!Ringrazio Dio che tu sia ritornato e che possiamo finalmente stare tutti insieme.”affermo K abbracciandolo mentre piangeva.

T.,entrata dalla porta secondaria,dopo una lunga corsa nel parco rimase impietrita  nell’ascoltare il  finale del dialogo.”Signor Marlos,è uno scherzo di pessimo gusto quello di presentarsi come sosia di nostro padre,non si vergogna?”irruppe T sbattendo la borraccia d’acqua sul bancone.

“Non lo è,infatti,cara piccola Amore. Avrei voluto crescerti,seguire la tua infanzia ma non potei e decisi di tenere le giuste distanze dalla famiglia per non mettervi in pericolo.Mi angustia l’aver perso i tuoi compleanni,né di averti regalato nulla di importante per i tuoi 18 anni ma adesso riparerò,se me lo permetterai,Vuoi,T.?”chiese Heinz.

“Certo che sì,ben tornato,pa –pà!!”rispose T.gettandosi nelle sue braccia piangendo gioiosamente.”Quanto mi sei mancato,quanto!S. e K. mi parlavano molto di te, ti conobbi grazie alle foto che mandavi alla mamma.Recupereremo le giornate,papà,viaggeremo per l’Europa e ci farai conoscere tutti gli Stati dove hai soggiornato per farti apprezzare come pittore.Che ne pensi,papà? “continuò T.

“La proposta mi piace figliola, ma prima devo occuparmi di altre questioni importanti.- Sono preoccupato per S.,M. non ha ancora deciso di prenderla in moglie perché non ha abbastanza denaro per farla vivere felice.La carriera per Lui sta al primo posto e sembra un bambino come si comporta. Potrò sbagliarmi ma S.ne soffre di questo legame traballante,tanto più che riesce a nascondergli la sua reale fragilità  di carattere. Sono più di 10anni che stanno insieme e mai l ’ha fatta sentire una donna.Lei ha bisogno di un ’uomo che le faccia sentire la sua presenza continuamente,che le dia sicurezza e che esterni i propri sentimenti liberamente. “disse H.

“Questo è impossibile per M.,papà. L’unica in grado di smuoverlo è S.e senza di lei ,mi dispiace dirlo,M.non riesce a combinare nulla di buono.Se S.continua ad aspettarlo è perché ha fiducia in Lui,vuole rispettare le sue decisioni e non vuole ostacolare le sue scelte.”rispose K.

“Spero che la situazione si sblocchi prima di partire per la California,non vorrei veder una delle mie figlie penare per un uomo indeciso perennemente,ora che ha più bisogno del suo aiuto psicologico.

“disse H ad entrambe.

“California?Perché?Quando?”risposero le sorelle esterrefatte dalla notizia.

“Già.California,figliole. Là ho una scuola di pittura gestita da alcuni allievi ed amici supersistiti della Grande Guerra e dato che qui in Giappone non ho altro motivo per rimanere che voi,avevo intenzione di portarvi con me. Se volete stare qui,capirò,ma sappiate che l’aereo decollerà fra due settimane dall’aereoporto di Naziwachi”affermò H.

“Ci saremo senz’altro,papà!”proruppe T.aggiungendo-“Ops,dimenticavo S.”

“Per quanto mi riguarda,non ho problemi,ho deciso di venire con voi,papà”disse S.arrivando dalla sua stanza.

“Sei convinta,non tornerai indietro?”chiese H.

“E’ inutile correre dietro il destino,molto probabilmente M. quando scoprirà che io ero una delle gatte,mi odierà e s’innamorerà di un’altra donna più bella di me.La cosa mi turba enormemente ma dal momento che come donna,ho perso ogni possibilità di competizione.,la mia bellezza esteriore se n’è andata e con essa il desiderio di ricominciare un nuovo legame,questa potrebbe essere la soluzione migliore per me.Il mio cuore sarà sempre suo ,comunque,anche se non mi sposerò più”-sentenziò S.

“Dici seriamente,S?”dissero le altre due sorelle rammaricate dall’annuncio.

“Sì”rispose definitivamente la sorella.

Ottavo capitolo

Erano ormai le dieci passate,di due settimane dopo, quando M.fece la sua prima comparsa al distretto.Depose la giacca sull’appendiabiti e si sedette con le mani conserte sulla scrivania.

“Capo,scusi,ho fatto quelle ricerche che mi aveva ordinato”disse un giovane agente.

“Ehm….sì.Che c’è?”rispose M.fra le nuvole.

“Sono due le famiglie di tre figlie di padre tedesco nate nel periodo da Lei indicatomi che abitano in Giappone. Una l’ho rintracciata e contattata ma non corrisponde all’identikit perché il nome del padre non è Heinz ma Hienz,hanno sbagliato a trascriverlo all’anagrafe mentre l’altra risiede a Tokyo ,qui vicino” continò la nuova leva.

“Fammi vedere i documenti“ordinò con impeto M.

“Erano le sorelle Tascicher?”si domandò. All’improvviso l’avvolse un dubbio,sbiancò,prese le carte e si diresse verso il Cat’s eye restaurant. Lo trovò inaspettamente con i battenti chiusi ed un biglietto attaccato all’ingresso con sopra scritto: Causa problemi familiari,la gestione dell’omonimo bar è spiacente di informare la spettabile clientela che il locale in assenza delle proprietarie rimarrà chiuso a tempo indeterminato.

Nel ritornare al distretto M.si ricordò dell’ultimo ringraziamento di una della banda Occhi di gatto verso la propria compagna in cui essa aveva menzionato il nome “sorella”.

“Sogno anche con la fantasia,adesso che il caso non esiste più. Aveva ragione S.quando l’altra sera mi chiese se amavo più Occhi di gatto o Lei. Le volevo bene a quella banda di ladre ma ora mi sto rendendo conto che c’è qualcosa che ho rifiutato di ammettere da lungo tempo. Ho trascurato l’amore verso S. a tal punto di desiderare che Lei fosse una delle gatte cui davo la caccia. Sono proprio uno stupido,ho associato sorella alle mie tre amiche che hanno un locale con lo stesso nome e mi sono lasciato trascinare dal pessimismo. Quel ragazzo è ancora alle prime armi,avrà sbagliato a scrivere l’indirizzo dove abitano,anche perché S. mi ha sempre detto di non conoscere il cognome di suo padre scomparso durante la guerra.”-riflette calmo M.

La famiglia Heinz partì con il volo delle 11.00 verso Los Angeles. Un solo rimpianto le accumulava: non c’era M. a seguirle. Trascorso un mese dall’arrivo,le condizioni di salute di S.erano nettamente migliorate, i suoi tuffi dal trampolino colpivano negli occhi ogni uomo che era sulla spiaggia ad abbronzarsi,S. indossava con sensualità magnifici due pezzi. Dall’altro continente,M.,invece soffriva di solitudine. Il suo salario era raddoppiato ma le mancavano le chiacchiere con le tre ragazze nell’arco della giornata,il sorriso di S. quando entrava di mattino a prendersi un caffè era lo sprint giusto per una giornata che sarebbe poi stata negativa. Non aveva cambiato casa,né si era innamorato di un’altra donna,neppure nel suo dipartimento egli diceva ci sarebbe stata una ragazza in grado di rubargli il cuore come riusciva a fare la sua cara S.

La ricezione di un’inaspettata cartolina proveniente dalla California,lo sbalzò dalla sedia dell’ufficio.”Evviva!”urlò festoso M.

Afferrò la giacca,depose sulla scrivania una lettera e se ne andò salutando tutti,compreso l’uomo che puliva i bagni. Preparati frettolosamente le valigie,chiuse casa e prese il primo aereo per la California.

Durante il volo,lesse e rilesse il contenuto del messaggio della cartolina:K.era dispiaciuta del fatto che non l’avevano potuto avvisare degli imprevisti accaduti e lo esortava a venire a Los Angeles per aiutare S. a sboccarsi dalla chiusura che aveva instaurato con il mondo esterno appena giunta nella località.Pareva non interessarle alcuna cosa che recarsi al mare a nuotare o fare i tuffi,non curante anche dei rischi cui correva causa eccessiva impulsività.

Il volo arrivò in orario e ad attenderlo in una  lussuriosa limousine c’erano Il signor Heinz e K.

“Ben arrivato,M.,hai fatto buon viaggio?”chiese K. educatamente.

“S,ì ma qui fa un caldo assurdo,io ho portato solo dei maglioni,non ho vestiti estivi ed ho solo yen che qui considerano carta straccia.Come farò!!Sigh!”rispose M.

Il padre di K.,non ancora svelatosi nella sua vera identità al fidanzato di S.,estrasse dal portafoglio un pacchetto sigillato di 50 dollari e glieli porse. Tenga,le potranno far comodo!disse H. strizzando l’occhio.

“Tutti questi,ma ,io…..”-M.non aggiunse altro. Salì sulla vettura  e ammirò il paesaggio fino alla destinazione.

“K.,voi siete così ricche?E’ impossibile che viviate come persone normali. Perché gestivate un bar?chiese spiegazioni M.

“Siamo state fortunate però ci piace vivere con la gente che sa cosa sia il sacrificio.Lo capisci,M.?”rispose K.

“Ecco perché S.s’è innamorata di me!”disse M.

“Qui,ti sbagli,S.nutre verso te un profondo sentimento che va al di là della tua condizione economica,Lei ti ama per quello che sei  e non volle mai cambiarti per qualcuno che le avrebbe dato un conto in banca e assegni all’infinito da spendere.Lei desidera stare con un uomo che la apprezzi così com’è con i suoi difetti e pregi. E solo tu glielo puoi dare,M”.spiegò K.

“Non so se ne sarò in grado ,K.,S.è troppo per me. Lei incarna le doti migliori per una donna,io sono un misero uomo della bassa borghesia”rispose M.

K.guidò fino alla villa che avevano comprato in periferia di Los Angeles,a 100 m dal porto.Un’immensa villa stile anglosassone a tre piani con parco e piscina.

“Eccoci.Questa sarà la tua casa,se vorrai M.”-disse K

“Eh-h!Voi abitate qui!A me,neppure vincessi al lotto,sarei capace di permettermela.-esclamò M sbalordito.

T. uscì dal garage indossando la tuta sportiva della moto su cui sedeva:una Yamaha sport rosso fuoco.

“Caspita!Ma dove vai con quella?La sai guidare?”disse M. a T. preoccupato.

“Sali,che dobbiamo andare!”gli rispose brusca T.

“Dove?E poi,non mi fido,alla tua età non ti danno la patente.”esclamò M.

“In Giappone no ma l’ho  presa qui due giorni fa .Su,sbrigati,c’è il campionato di tuffi dalla roccia oggi e S.gareggia.Non Voglio perdermela!”disse T.

“Va bene,vengo ma va piano,capito!”chiese M.perentoriamente.

I due percorsero la strada collinare a media velocità. M.si teneva abbracciato a lei come un mollusco;la moto di solito la guidava ma mai era stato dietro.

“Rilassati,cognatino,siamo quasi arrivati.Certo che mi stringi così forte,potrei pensare che vuoi fare le corna a mia sorella!”scherzò T.

M.ritrasse le mani dalla sua vita e si attaccò per l’ultimo pezzo del tragitto all alettone posteriore della moto.

“Hai il costume?”chiese T.

“No,ma mi posso mettere in pantaloni”rispose M.

“Che!! M,in California,non ci sono strette regole di conformità all’onore come in Giappone,ti riderebbero dietro. Comunque, con il tempo ti adeguerai.Per fortuna ci ho pensato io a portartelo,se no ,che figura ci faresti in mezzo a 5.000 persone in costume”disse T.

“Scusa,ma a che altezza devono saltare i concorrenti”chiese M.

“Non c’è un’altezza precisa.Vince chi salta da più in alto da uno strapiombo sul mare. Lo spettatore rimane sulla spiaggia ad ammirare le coreografie del tuffista e da un punteggio finale insieme alla giuria. Si gareggia l’uno contro l’altro,uomo contro donna ed il primo premio è in denaro .

Quando giunsero alla spiaggia ,la gara era già cominciata. S.concorreva nel penultimo girone. Il record massimo fino ad allora raggiunto spettava ad un californiano Auguste Troyle ,un’amante del pericolo nel senso della parola. A questi interessava vincere ad ogni costo anche illegalmente,non perdere la propria fama di imbattibile  e guadagnarsi i soldi senza fatica.

L’altoparlante chiamò il nome di S.dopo la strepitosa prova di A. L’entrata fra la folla  della gareggiatrice suscitò euforia:S.oltre ad essere una bellissima donna ,dimostrava un’assoluta sicurezza di sé agli occhi della gente. Pareva che l’unico scopo fosse quello di autovalutarsi senza pensare al dopo del salto.

“Chi è quella;la conosci?”chiese  uno spettatore ad un amico.

“Si chiama S,è uno schianto ed è giapponese”rispose l’altro

“Non potrà mai competere con Auguste,lui è il detentore del titolo da quando è nato il concorso. Anche se dubito che ce la possa fare poi a  tuffarsi dalla cima,qualora pareggiasse. Solo un’uomo tentò l’impresa  una volta ma finì col paralizzarsi la schiena per l’impatto violento coll’acqua. Bella com’è,non vorrà rovinarsi la vita per questa oscena gara”-disse lo spettatore.

A tal affermazione M.intervenne:”Vedrete di cosa è capace. A me non ha mai smesso di stipirmi da quando l’ho conosciuta. Quando si mette in testa una cosa,è difficile farle cambiare idea,tanto più se vuole raggiungere il suo scopo:battere i presuntuosi.”

“E lei chi è?Il suo boyfriend?Certo che se si fosse scelto uno come lei capisco perché si tuffa ,per disperazione!”sbuffò seccato lo spettatore-“Scegliesse me o uno degli uomini qui presenti,invece,sarebbe la donna più felice del mondo;nessuno di noi ha meno di 50.000 dollari in banca ed uno yacht personale. Lei cosa possiede,da averla colpita nel cuore!”

“Nulla!Forse è questo che l’ha fatta innamorare di me. Vivo in un minuscolo monolocale affittato e con un salario che a voi equivale ad uno spazzino. La verità è un’altra però:sono io l’uomo più felice del mondo per averla incontrata,pensate il mantenuto dovrò farlo io.La sua famiglia possiede circa la metà delle ricchezze a Tokyo,e chissà quant’altro non contando le amicizie  illustri che hanno con gli altri Stati.”

I due ascoltatori si azzittirono e continuarono ad osservare la gara .

“Ecco,è il suo turno.Proverà il tuffo dal trampolino medio con specialità,almeno da ciò che spiega lo speaker” (=salto con coreografie artistiche in caduta)disse l’amico dello spettatore.

Tutti si voltarono ad osservarla. S.eseguì il tuffo compiendo nel finale un triplo avvitamento mortale all’indietro e si aggiudicò l’ovazione del pubblico e di una larga parte dei giurati.Il punteggio era lo stesso di Auguste che alla vista del totale raggiunto s’infuriò.

Passarono via via gli altri concorrenti ma solo la giapponese e A.rimasero in testa alle classifiche.

Lo spareggio era necessario per aggiudicare il titolo di campione.

“Dato che la gara sarà impari”-disse il presidente della giuria- “su giudizio della commissione affiderei per quest’anno il titolo ancora ad A.”

“Impari,e perché?Qui non si usa la forza fisica ma l’abilità e il coraggio di una persona ,uomo o donna che sia,dev’essere il migliore a vincere.Io non mi tiro indietro,la gara deve continuare come previsto dal regolamento.Chi si tufferà dalla cima dello strapiombo senza trampolino e riuscirà a riemergere nei tempi vincerà”rispose S.

Auguste si tuffò e riemerse in 1.15sec. Lo sguardo di M.impallidì improvvisamente nel momento in cui S.stava per compiere il salto. Nella sua mente un pensiero fisso lo tormentava:”S.perché lo fai?Non hai motivi se non quello di…..”-S.si tuffò, e sfruttando il peso di ammortizzamento di caduta legato agli ultimi spettacolari “voli di rondine”acrobatici smorzati riemerse in 1.10 sec.

Il premio di un milione di dollari le fu consegnato da A. stesso che si complimentò per la sua tenacia. S lo ringraziò,poi si rivolse ai giurati ed al pubblico spiegando che il denaro vinto sarebbe andato in beneficenza in favore dei bambini nati con malformazioni genetiche. A tale affermazione seguì uno scrosciante applauso che durò molti minuti.

Dileguandosi tra la folla che l’osannava a gran voce,l’occhio di S.scorse il viso di M vicino a sua sorella. Non si fermò per parlargli,si rivestì nello spogliatoio femminile e se ne andò su una porche nera.

Villa Tascicher-“Hai deciso cosa farai adesso? Ritornerai in Giappone,domani “chiese K.a M.

“Ho delle domande a cui non so dare risposte.La vostra improvvisa partenza,la vostra reale condizione economica,la notizia che prova che Heinz è vivo ed ha tre figlie che vivono a due passi dal commissariato,la parola sorella pronunciata durante l’ultimo incontro con una delle gatte hanno insito in me molti dubbi;vedi K.,ho bisogno di sapere se una delle gatte ha qualche legame con voi come diceva Alice.”

“Pensi che S. ti abbia preso in giro tutto queto tempo?”rispose K.

“Non dico questo,è solo che voglio sentirlo da lei. Forse l’ho trascurata troppo con la cattura di Occhi di gatto e lei ne ha risentito. Sono 5 anni che le ho promesso che l’avrei sposata dopo l’arresto delle ladre ed ora che il caso è finito,non so come comportarmi. Di certo S.mi odierà,avrà un’altra relazione,ne ha tutti i motivi. Vorrei solo dirle che non amerò alcun’altra donna nella mia vita come ho amato lei. Ne mai prenderò moglie!disse M.

K.l’ascoltò in silenzio poi aggiunse:”S. è al molo ora,se vuoi raggiungerla. Tutte le sere sta là ad osservare il tramonto seduta sugli scogli. Le sole parole che ha detto da quando è qui sono state quando decise di partecipare alla gara quasi volesse togliersi la vita. Qualcosa però l’ha fermata,e non mi sbaglierò ma quello sei tu,M.  Rammenti la spilla che le regalasti al liceo su cui incidesti la frase nulla potrà cambiarci se non cambieremo le nostre scelte. Lei,non l’ha mai fatto. E’ triste,sta sola tutto il giorno ad ascoltare musica nelle cuffie o a passeggiare nel parco.Ma non ti ha dimenticato,soffre per il distacco e perché ritiene di non attrarti più come donna dopo aver subito quell’operazione. M,parlale,te lo chiedo come sua sorella maggiore,non sopporterei vederla distruggersi da sé a poco a poco. T.si è sconvolta quando un giorno a trovato nella sua camera una lettera scritta di suo pugno che diceva: “Avevo trovato la felicità ma per colpa mia l’ho persa per sempre. Caro amor mio,le nuvole hanno offuscato i raggi del sole che provenivano dal mio cuore,ora piove a dirotto,non dispiacertene ma continua a fare la tua strada finchè un’altra donna conquisterà  il tuo nobile cuore”.

M.uscì dalla porta correndo, diretto al molo.S.era seduta sugli scogli che osservava il tramonto come aveva riferito K.

“C’è posto anche per me?”chiese M.

A tale voce S.si voltò.Lo guardò fissa negli occhi. M le si avvicinò pian piano fermandosi a pochi passi da lei.

“Non credevo venissi in America, ami tanto la tua patria. La cartolina di T. ti ha smosso per nulla.”

disse S.

“Sbagli,dovevo partire prima.”rispose M.

“Prima?”rispose S.colpita dall’affermazione.

“Sì ,dovevo abbandonare tutti quei problemi che mi creavo con Occhi di gatto e stare con te. Sai,quella banda rappresentava tutto per me,sono giunto anche ad amare una delle gatte per le imprese che realizzava e questo ha incrinato il nostro legame. Sono io ad averti tradito non tu,potrai mai perdonarmelo?”disse M.

“Dipende!”rispose S.alzandosi e camminando verso di lui.I loro sguardi si penetrarono nella loro stretta vicinanza.

“Tu non ami solo S ma anche una gatta.Chi sceglieresti fra me e Lei?”chiese S.

M riflettè,ma non ebbe tempo di pronunciarsi che S.l’abbracciò.Nel medesimo istante in cui entrambi si toccarono,alla mente di M.ritornò quell’identica sensazione provata quella notte quando la gatta ferita al seno cadde sul suo petto.

“Tu,……!”disse M a bassa voce.

“Sei Occhi di gatto!”rispose M.ammutolito.

S.prese dalla tasca della sua giacca le manette e le indossò. M.stette in silenzio per qualche minuto poi le aprì.

“Non sono più un poliziotto,ho lasciato il mio lavoro.Oh,Sheila!”esclamò M mentre una lacrima scendeva dai suoi occhi.

“Come stai ora?Non riesco ancora a perdonarmelo di non essere arrivato prima,avrei potuto….”disse M.

“Non è colpa tua,è stato un incidente che ho commesso imprudentemente. Se non fossi intervenuta in quel momento,ciò sarebbe successo a Tati. Sapevo che rischiavo ma non ho tentennato,ho agito senza pensare un attimo,è mia sorella minore,M.,ha solo 20 anni,ha la vita davanti a sé,non volevo che abusassero di lei. Lo rifarei anche adesso perché è la persona cui potrei morire per vederla felice.”-argomentò S.-“Ti ringrazio di esserti preso cura di me quella notte prima che arrivassero le mie sorelle,non lo dimenticherò mai.”

Lo fissò negli occhi intensamente e si staccò da lui correndo mentre piangeva. M.si girò ,la inseguì afferrandola per una braccio.

“Non ti lascerò scappare questa volta,spiegami perché mai!”disse M

“La verità è che non sono più la stessa persona che frequentavi a Tokyo,ho perso la mia bellezza femminile,non ti posso più attrarre come donna e non potrò più esserlo.”rispose S piangendo.

“Insieme supereremo tutto,ti starò vicino in ogni momento. Ascoltami,S.,tu sei la donna con cui  voglio condividere la mia vita, ti amo e amerò sempre qualsiasi cosa accada. Il sentimento che nutro per te non cambierà mai; Sheila,Occhi di gatto, a me non importa quale delle due impersoni ,nel mio cuore sarò legato a quella dolce ragazza  che si intenerisce ancora alla vista di due scoiattolini che s’inseguono sugli alberi in primavera.

Nei ricordi di S.trapelarono dei flash back riguardanti il loro primo incontro,al liceo ,nel parco. S,allora aveva 16 anni,era timidissima,non aveva amici e soleva passare l’intervallo nel giardino seduta su una panchina osservando i fiori. Allorché un ragazzo caddè da un ramo di un’albero vicino a lei con la cartella piena di libri di fotografia .Era M. che si nascondeva dai suoi amici per non essere preso in giro per il fatto che avrebbe voluto fare da grande il fotografo e non l’avvocato come quasi tutti usciti dal liceo decidevano di fare. Si vergognava di dirglielo ai suoi per le enormi fatiche che facevano per pagargli gli studi e così trascurava la scuola per fare foto.

Dopo una breve presentazione,ciò che li sciolse entrambi furono quei due scoiattolini che si rincorrevano giocando l’un l’altro.

“Anche a me,piacerebbe vivere liberamente senza seguire costrizioni,ma non posso”diceva M.

“Basta che tu sia convinto delle tue azioni,poi,penso che anche i tuoi lo saranno.Non tutti devono essere avvocati per essere qualcuno,anche un semplice spazzino è felice del suo mestiere se lo fa con piacere.”rispose S al suo primo amico.

Tali parole  lo colpirono.Da quel giorno M. e S.divennero amici ed anche se presero strade diverse i loro sentimenti non mutarono. 

Nono capitolo

Era calata ormai la notte quando M.s’avvicinò di nuovo a S.,si tolse la giacca e la mise sulle spalle della fidanzata.

“Fa fresco,è meglio rincasare,ci staranno aspettando,non credi?”disse M.teneramente.

“Sì,……..-Hai ragione!”rispose S.stringendosi la giacca alla vita mentre rifletteva sulla stretto somiglianza tra il calore che questa rilasciava e la protezione che M. le mostrava.

S.si tolse le scarpe come pure fece l’ex-detective e s’incamminarono lungo la spiaggia  tenendosi l’una nella mano dell’altro.

Il matrimonio ebbe luogo due settimane dopo in una suggestiva chiesetta  in montagna. Testimone dello sposo era il capo,suo mentore, mentre testimoni della sposa erano le sue sorelle. Per l’occasione M.indossava un tight bianco mentre S, un “semplice” abito da sposa di seta bianco con un lungo strascico che portavano due paggetti,nipoti di M.

Alla suonata di Mendhelsson ,S.entrò in chiesa accompagnata a braccetto dal “ Signor Marlos”(non ancora rivelatosi nella sua vera identità a nessuno). Le gambe dello sposo erano sia eccitate che tremolanti .S.prese un lungo respiro e s’incamminò percorrendo il tappetino rosso verso l’altare dove l’attendeva M.

“Sei pronto?”disse S dandogli la mano destra.

“Sì,per tutta la vita!”gli rispose-“Mi dispiace solo che oggi non ci sia stato tuo padre ad accompagnarti qui.”

“Lui c’è,invece,sta di fronte a te,è il Signor Marlos,mio padre”disse S sorridendo.

A questa affermazione,il giovane sposo s’impalò ad osservarlo negli occhi quasi a volergli fare una promessa per l’onore donatogli per concedergli la mano della figlia. Deglutì il groppo alla gola sopraggiuntogli,monitorò velocemente il capo,K.,T, il parroco e giurò da.vanti alla croce che avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla felice. La cerimonia proseguì poi con un banchetto all’aperto in un castello in riva ad un lago.

Epilogo 

“Buonanotte,sposini!”disse T. sorridendo mentre chiudeva la porta della stanza d’albergo dove avrebbero dormito prima della partenza del giorno dopo verso il Giappone.

“Tati!”smorzò S. perturbata.

Quando S.finì di struccarsi ed indossò una sensuale camicia da notte,M.era già crollato dal sonno sul letto  che dormiva beatamente.

“Povera me,se tutte le sere russa così,mi sa che dovrò dormire coi tappi e in un’altra camera,dal momento che occupa più di mezza piazza e pesa più di 95 chilogrammi. La prima notte di nozze che tanto uno sogna,in un’attimo sfuma.Va bè,la speranza è dura a morire,domani è un altro giorno!!!”

La famiglia Isman andò a vivere in  una piccola nuova villetta regalatagli dal padre della sposa,  vicino al Cat’s eye cafè, che aveva riaperto al pubblico. K decise di aprire una galleria d’arte con il padre e viaggiava per il mondo al seguito delle numerose richieste di musei che volevano esporre i loro quadri e per questo motivo affidò l’omonimo locale alla gestione di S.e M.

La sorellina minore,invece aveva deciso di terminare l’Università e dopo di fare un master all’Accademia d’arte contemporanea di Parigi. Aveva abbandonato la sua passione per la robotica e l’elettronica e si stava affermando come pittrice. 

Paul,il primo amore dell’adolescenza,non aveva terminato gli studi universitari,causa la perdita del padre e lavorava grazie ad uno zio come insegnate privato.Era un ragazzo molto timido,non goffo come M.,ma davanti a T.non riusciva mai a dichiararle quello che provava per lei;ogni volta che stavano insieme la ascoltava sempre ma non osava dire una parola quasi pensasse ad altro.Questa situazione non piaceva a T.che negli ultimi tempi si dedicava più a studiare che a svagarsi.

Di questo la prima ad accorgesene fu la stessa S. che una sera notò che la sorella rifiutava per l’ennesima nolta l’invito di Paul per andare al cinema.

Pomeriggio di una domenica di settembre-“Salve,sono Paul,volevo parlare con T,è in casa?”chiese arrossendo.

“Ah,ciao,tu devi essere il fidanzato di T.,avevi un’appuntamento con lei,vero?Se ne dev’essere dimenticata perché è uscita mezz’ora fa con la bicicletta”rispose M.mentre serviva ad un tavolo.

“Non importa,tanto da domani mi trasferisco in un’altra città. Volevo solo salutarla. Mi saluti sua moglie e tante grazie”continuò P. uscendo dalla porta.

Nel medesimo istante ,entrò dalla porta interna,S con la spesa.

“Ho sentito la voce di Paul,è stato qua!” chiese a M.

“Sì,se n’è andato un momento fa,sembrava depresso. Certo che voi donne,sapete come spezzare i nostri fragili cuori!”sentenziò M.

“Non tutte!Solo che T. non sa riconoscere che deve prendere una decisione una volta tanto su quello che vuol fare del suo legame,se trasformarlo in amore profondo o lasciarlo come sincera amicizia.”rispose S.

“Le epoche son cambiate,S.,ora i giovani non vogliono più impegnarsi,noi ragionavamo differentemente,il nostro sogno era quello di formare una famiglia,il loro è di vivere spensierati.“affermò M.dispiaciuto del comportamento di T.

“Sarà ,ma come la conosco io,gli sta nascondendo la verità che lo vuol mollare. Devo parlarle,…..M,bada al locale mentre io esco a cercarla. Bye-bye!”disse S.

“Ehi,un momento,non posso fare il cameriere e il barista allo stesso tempo. Sheila,torna indietro. Sigh,non cambierà mai! Ho imparato solo a fare un cappuccino,se un cliente mi ordina qualcosa un cocktail o un cat’s eye cafè  come glielo preparo!!!!”pensò fra sé M.

S.trovò la bicicletta di T.appoggiata al paraurti della strada che dava sul fiume. Scese dalla bicicletta e la vide seduta sul parapetto che gettava pietre per gioco nel fiume.

“E’ venuto Paul a cercarti. Pensi che non l’abbia capito quello che gli nascondi?”disse S.franca.

“Perché te ne importa tanto,sono fatti miei!Non dipendo da nessuno,io.”proruppe furiosa T.

“Fa come credi,pensavo che l’amassi ma mi sbagliavo. Sei cresciuta ,T. ma ragioni come un incosciente. Paul,è un bravo ragazzo,non ha le tue stesse possibilità di raggiungere un traguardo di prestigio come la laurea o di diventare dottore ma sa cosa significhi il rispetto della dignità di una persona, cui tu non dimostri verso di Lui. Tu hai tutto,Lui ha perso da poco il padre,lavora di notte anche come sorvegliante per mantenersi e nonostante ciò si prende un giorno di ferie per uscire con te. Saresti stupida a non accettare un suo invito. Ti vuole bene,come gliene vuoi tu,solo che ti manca il coraggio di provarglielo. Non è timidezza la tua è orgoglio,è una questione di famiglia come lò è stato anche per me ma poi mi accorsi che se non coglievo l’occasione,Lui se ne sarebbe andato ed io ne avrei sofferto enormemente. Devi accettarlo con i suoi pregi e difetti,qualche volta capita che litigate ma ogni cosa si aggiusta parlandosi,il rapporto di coppia è fatto di alti e bassi ;cio non toglie però che l’amore cessi ma si rinsaldi e si apprezzi le doti migliori che l’altro possiede. Dagli la possibilità di conoscerti per quello che sei,vedrai che alla fine riceverai da Paul ciò che ti aspettavi.”continuò S.

“Un po’ come tu e M.,non è vero,S?”domandò T.

“Che rimanga fra noi due ma chi ha dato di più sono sempre io!!!”rispose scherzando S.

“Non ti credo,M è così servizievole e premuroso nei tuoi confronti.”rispose T.

“Già,impaziente come qualsiasi padre che aspetta di vedere nascere il suo primo figlio!”disse S.

“Primo figlio?”esclamò T. festante. “Sei incinta?Da quanto tempo?Non ci hai detto nulla.”continuò T.

“La verità è che M l’ha saputo dal medico ancora prima che io  oggi ritirassi le analisi .Mi sentivo spossata ed avevo continue nausee mattutine ma non credevo assolutamente di essere incinta”rispose S.

“Urrah,diventerò zia!Sarà maschio o femmina?”chiese T felicissima.

“Calma,calma,ci sono ancora nove mesi da attendere prima del lieto evento, e ti dirò che dovrò avere una pazienza tripla a vedermi scorrazzare M.avanti e indietro tutto il giorno per casa che mi vuole aiutare a fare qualsiasi cosa.”affermò S.sconsolata.

“Dagli tempo,sono sicura che poi le cose si aggiusteranno,dopotutto è la prima volta anche per Lui.”disse T. congratulandosi con la sorella.

Quando S.arrivò al locale,lo trovò deserto,senza clienti. Entrò e all’improvviso si vide davanti tutti gli amici dell’ex -commissariato,Alice,il capo che si complimentavano con lei per la buona notizia avuta da M che la baciò sulla bocca e la sollevò in alto raggiante dalla gioia.

Un’anno dopo,mentre i due sposi cenavano in un ristorante vicino all’aeroporto,S.intravide tra i clienti del locale,T.e Paul che si scambiavano un bacio seduti ad un tavolo poco distante da loro.

“Perché sorridi ?”chiese M. riflettendo se aveva commesso qualche gaff.

“All’ultimo tavolo dietro l’acquario ci sono T.e P. che cenano insieme”rispose S.

“T.?Ma non è a Parigi per il master?Come mai è ritornata senza avvertirci”disse M. preoccupato.

“C’est l’amour,M.”rispose S strizzandogli l’occhio affettuosamente.

“Già,non me n’ero reso conto ma T è una donna ormai ed anche Lei ha la sua vita. Ti dirò che son contento,formano una bella coppia,Lui ha lasciato il suo vecchio lavoro ed ha concluso brillantemente gli studi universitari diventando architetto e T.,una famosa pittrice. Solo noi siamo rimasti gli stessi!!!” disse M.

“Ah,no!Qualcosa abbiam fatto anche noi,ti pare poco due gemelli , aprire un  nuovo bar e una scuola di investigazione privata nel pieno centro di Tokyo!!!.

 Relena 2002