VINCITRICE DEL GIOCO!
SI AGGIUDICA  100 PUNTI DI DISEGNO + 300 PUNTI. TOT 400 PUNTI

Complimenti!!!!!

MAPI HA SCRITTO...

(((            Riassunto degli episodi precedenti.

Il primo episodio comincia nelle sale buie di un museo di Tokyo, dove un ladro si impossessa di una preziosa scultura di cristallo non più grande di un comune melone, ma pesantissima, raffigurante la Pecora, il segno zodiacale cinese.

Riesce agevolmente a sfuggire alla polizia, ma nella fuga un frammento della sua tuta speciale rimane impigliato in una decorazione delle inferriate (deformate) da cui esce.

Si vedono poi diversi flash back dei giorni precedenti, in cui viene progettato il furto da parte di una atipica banda di ladri composta da:

 Matthew, un ex atleta che ora gestisce una locanda economica nei pressi del dipartimento di polizia: strategica ed efficace per conoscere i movimenti degli investigatori che spesso vi pranzano;

Alice, una bellissima donna, molto elegante e fredda, proprietaria di un lussuoso ristorante frequentato dalla malavita altolocata della città;

e “il capo” un ex insegnante di musica non vedente di mezza età che ha coinvolto i suoi due ex allievi più dotati in questo pericoloso progetto.

La caratteristica più incomprensibile della banda è una telefonata che puntualmente il capo fa al dipartimento di polizia, o meglio, ad una determinata scrivania, appena ogni piano è concepito:

lascia chiaramente detto di cosa si approprieranno, dove, quando ed ovviamente il loro nome:

Chiave di Violino, che altro non è che il titolo della serie.

Questi particolari sui tre si desumono dalle loro conversazioni e soprattutto durante la pianificazione e l’attuazione del secondo furto, il Bue, da una camera segreta di una villa privata di proprietà di uno degli isospettabili padrini locali.

Avviene nell’episodio 3, quando ormai ci è chiaro che le imprese del gruppo hanno un fine preciso, sebbene per ora oscuro, e che certo la mafia sta preparando una reazione chiara e possibilmente definitiva nei loro confronti.

Contemporaneamente sono presentate le antagoniste dei nostri ladri: tre belle e giovani sorelle, di cui due hanno già intrapreso una brillante carriera nella polizia e la terza finisce brillantemente e con grande anticipo sui tempi gli studi, proprio nell’episodio 4.

La bella investigatrice che riceve le telefonate della banda si chiama Sheila e, nonostante la giovane età si è già distinta più di una volta per sagacia e dedizione.

La più giovane delle tre, Tati, è sempre stata piuttosto solitaria e difficile: è cresciuta senza genitori ed isolata dai coetanei a causa del suo irrefrenabile talento nelle scienze applicate e della sua morbosa passione per i romanzi d’avventura.

Il suo desiderio durante l’infanzia era dichiaratamente diventare il più grande criminale del mondo: lei sostiene che quando si è un genio sia la carriera più ovvia, ma sotto sotto forse ha sempre pensato che sarebbe stato l’unico modo per attirare l’attenzione del padre, un famoso investigatore recentemente scomparso.

Kelly è la maggiore, non abita con le altre, ma, a quanto pare, è un cambiamento recente; per questo molto della sua vita è un mistero. Appare come una donna a proprio agio in un ruolo di comando, forte e fredda, anche se di fronte alle sorelle minori è dolce e protettiva, mantiene in qualche modo le distanze, soprattutto con Tati.     )))

Intanto sta arrivando l’inverno.

 

Episodio 6 (di 23):

Sigla

                                    Terzo Furto: il Drago.

 

I Scena

 

Interno, camera di Tati.

La luce filtra dalle persiane e si posa sulle infinite irregolarità di ogni superficie rivelando un disordine cronico ed assoluto.

Si intuisce sotto le coperte un fagotto indefinito pesantemente addormentato.

Il silenzio è disturbato dal gracidio della sveglia, che si ripete diverse volte a brevi intervalli regolari prima che all’improvviso dalle coltri sorga il mezzobusto di una ragazza oltremodo spettinata e scagli con malagrazia un cuscino contro la sveglia, gettandola a terra e riducendola in pezzi.

Da oltre la porta giunge la voce di Sheila:

-         Non vorrai fare tardi il tuo primo giorno di lavoro?! –

Rispondono solo mugugni indistinti da sotto le coperte.

Si apre la porta e finalmente una striscia di violenta luce del giorno invade la stanza.

Si staglia davanti all’ingresso della camera la silouette di una bellissima giovane donna, fasciata da una seria divisa.

-         Tati, alzati. –

-         Ho diritto di dormire: devo riposare le mie preziosissime cellule cerebrali.

Lo faccio per il Giappone.

-         Essere un genio non ti dà il diritto di arrivare tardi al lavoro. –

-         Lo dici tu. Rileggiti la mia lettera di assunzione: “sono ONORATI di avermi nella sezione scientifica della loro squadra investigativa…” –

-         Tati: siamo in un paese molto formale e cerimonioso: sono “onorati” di un sacco di cose, e sono persino certa che saranno DESOLATI quando ti licenzieranno per negligenza. –

Solo a questo punto, non senza lamenti intraducibili, e con lentezza millenaria la ragazza nel letto fa per alzarsi, trattenuta solo da un ripensamento dell’ultimo minuto:

-         Sono troppo giovane per andare a lavorare. –

-         Non è colpa mia se hai già finito gli studi, sorellina. Mi pareva che ci tenessi un bel po’ a non interrompere la tradizione di famiglia. –

 

II Scena

 

Distretto di polizia.

Un ufficio niente affatto anonimo: nonostante la serietà domini sovrana, pare molto curato ed in qualche modo, strano a dirsi, femminile.

Tediosa scena di lunghezza esasperante con l’accoglienza delle nuove reclute da parte di una bellissima donna, chiaramente di grado piuttosto importante, apparentemente a proprio agio nell’ambiente severo e maschile della polizia investigativa di Tokyo, eppure elegante e raffinata.

Parla sicura di sé, freddamente fino a che non congeda i ragazzi: tutti ad esclusione di Tati.

-         E così ce l’hai fatta: sei qui anche tu. –

-         Sì signore –

-         La prossima volta pettinati. –

-         Sì signore, scusi. –

-         Ti aspettano per mostrarti il tuo laboratorio. –

-         Vado subito. –

-         L’intero dipartimento si aspetta grandi cose da te. –

-          

-         E.. Tati… -

-         Sì? –

-         Ti tengo d’occhio, sorellina! –

Scambio di sorrisi molto dolci, ma enigmatici.

-         Sarai fiera di me. –

Tati esce chiudendo la porta con grande attenzione, dopodiché si precipita a prendere possesso di quello che sarà il suo laboratorio d’ora in poi, è evidentemente molto emozionata.

 

            III Scena

 

Un lussuoso ristorante in cima alla torre di Tokyo.

L’arredamento è elegante, molto ricercato, in stile occidentale, è, ad una prima occhiata, un ristorante costoso e ben frequentato.

Dietro ad un separé cenano rumorosamente i più pericolosi esponenti della mafia giapponese: è qui che si ritrovano abitualmente, qui che progettano e decidono e investono e condannano a morte… e soprattutto discutono l’argomento che più li interessa in questo particolare momento: lo Zodiaco.

Non  una forma di superstizione. Lo Zodiaco è una spettacolare e preziosa collezione di 12 pregiati cristalli purissimi scolpiti magnificamente ed incastonati in oro bianco a 24 carati che raffigurano i segni dello zodiaco cinese.

Essi nascondono un importante segreto, che sarà svelato solo a chi metterà per primo le mani sull’intero gruppo.

Ovviamente l’ignoranza e l’avidità umane hanno sparpagliato i 12 preziosi animali in varie collezioni private ed anche alcuni musei stranieri.

Al tavolo non si fa altro che agitarsi e scervellarsi nella ricerca di un sistema per entrare in possesso dello Zodiaco.

Oltre a mangiare, ovviamente.

E a lanciare qualche occhiata, sempre meno discreta, alla bella proprietaria dello Che Alice, vestita sempre in modo provocante e vistoso, come per distrarre un osservatore dallo sguardo freddo ed intelligente con cui osserva ogni minimo movimento all’interno del suo locale.

Unica altra figura notevole nel ristorante, proprio accanto al separé, un distinto signore non vedente, di mezza età, sempre al suo solito tavolo, sempre solo.

Mangia molto lentamente, in silenzio, gustando ogni raffinato boccone, ma soprattutto ascoltando e memorizzando ogni singola frase proveniente dalla saletta privata: insospettabile e perfetta spia dall’udito finissimo, altri non è che “il capo” (lo chiamano così i suoi due soci, come se non avesse un nome, come se non avesse un passato) della nostra banda di geniali ladri.

Ogni suo gesto emana dignità e precisione: la mancanza della vista accresce la sua fierezza invece di intaccarla. Uomo misterioso, coltissimo, particolarmente benestante, non ha ancora confidato ai suoi “colleghi” cosa lo spinga ad opporsi ai piani della potente yakuza, rischiando tutto e senza un profitto.

 

            IV Scena

 

Esterno, la strada che costeggia il distretto di polizia, limpida e fredda giornata invernale.

Vi passeggiano Kelly e Sheila.

-         Stai scherzando: è il suo primo giorno, solo stamattina neanche voleva alzarsi dal letto, ed adesso comincia a saltare la pausa pranzo!! –

-         No, ti giuro Sheila, dicono che non abbia ancora sollevato il naso dalle provette! –

-         Del resto la capisco: immaginati che colpaccio se il suo primo giorno riuscisse ad identificare la provenienza del frammento di tessuto che i nostri ladruncoli si sono lasciati dietro quando si sono presi la Pecora! –

-         Non chiamarli ladruncoli: ti faccio notare che stanno mettendo in imbarazzo tutto il dipartimento investigativo. –

-         Secondo te c’è un motivo per cui hanno cominciato dalla Pecora? –

-         Cominciato? Pensi che vogliano davvero tentare di accaparrarsi l’intera collezione? E’ praticamente impossibile! Addirittura il Cavallo e la Scimmia nemmeno si ha idea di dove possano essere andati a finire; il Cane e la Lepre potrebbero essere in Europa! –

-         Ah ci pensi Kelly: essere mandate ad inseguirli in Francia! –

-         Smettila. –

-         Ok, comunque non mi preoccuperei per la questione del rintracciamento dei vari Segni: se continuano a comportarsi come hanno fatto fino ad ora, ci diranno loro dove aspettarli. –

-         Già: anche questa faccenda della telefonata non mi piace. –

-         Io lo trovo educato dirci dove e quando colpiranno! –

-         Ci stanno prendendo in giro: ci vogliono umiliare. –

-         Secondo me invece è come se volessero la nostra presenza per farci capire qualcosa, ma più di tutto è la pubblicità che piace loro: ancora non so perché, ma vogliono che il mondo sappia cosa stanno facendo. –

-         Come non sai perché, non è ovvio? –

-         No, non credo che vogliano la fama: sembra invece … non saprei.

Però, per il Bue, se non avvertissero prima del colpo, non avremmo mai nemmeno saputo che aveva cambiato proprietario illegittimo per l’ennesima volta!

Non guardarmi così, è un caso interessante…

Sbrighiamoci che ho fame! –

-         Tu non hai assolutamente fame. Tu vuoi vedere lui. –

-         Non prendermi in giro. –

-         Ok,ok. –

-         Sheila, tu pensi che Tati ce l’abbia ancora con me? –

-         Tati non ce l’ha con te. –

-         E tu? –

-         Kelly, quel appartamento è troppo piccolo per tre donne, ed hai diritto alla tua privacy, è un bene che tu abbia deciso di stare per conto tuo. Sbaglio o ci vediamo tutti i giorni lo stesso?

E sei anche il suo diretto superiore… entrare in bagno prima di te la mattina sarebbe improponibile, non credi? –

-         Ho sempre pensato che fosse compito mio farvi da madre… ma con Tati te la sei sempre cavata meglio tu.

-         Cosa ti devo dire: sarò un genio anch’io! –

-         O sarai stata meno occupata a sbagliare una relazione dietro l’altra! –

-         Non ti avvilire: lo sanno tutti che non è facile avere una vita sentimentale quando sei abituata a dare ordini ad un branco di uomini in divisa! –

-         Abbiamo fatto bene a lasciare che anche Tati … –

-         Lo sai che era il suo sogno.

… il suo secondo sogno. –

-         Ah già, spesso mi sforzo di dimenticare quale è stato il suo sogno di tutta l’infanzia!! –

-         Non farmici pensare. –

-         Andiamo a mangiare, così almeno la vita sentimentale di una delle due avrà una chance di esistere!!! –

-         Non  prendermi in giro. –

-         Ok,ok –

 

V Scena

 

Interno, una piccola locanda di okonomiyaki, modesta ma pulita.

Dietro al banco un uomo giovane ed aitante, che nasconde a fatica il fisico atletico dietro ad un grembiule unto, mentre riesce a camuffare perfettamente i riflessi felini e l’attenzione ad ogni dettaglio, dietro ad un eccessivo e ridicolo atteggiamento da goffo cascamorto.

-         Ciao Matthew! –

-         Ciao Kelly! –

-         Ciao. –

-         Sheila: sei uno schianto in divisa! Te l’ho già detto che così mi fai pensare ad un sa.. –

-         Sì, glielo hai già detto, per l’esattezza glielo dici tutte le volte. –

Risata generale degli avventori abituali che si godono scenette del genere quasi ogni giorno.

Quando l’atmosfera si normalizza e le ragazze sono sedute a mangiare, entra trafelata Tati.

-         Ciao Matthew: il solito anch’io. –

-         Ciao Tati! Arriva subito.

…ehi Tati, finalmente senza divisa scolastica… ma lo sai che ora che ti guardo…

-         Matthew!! –

-         Oh scusa Sheila, mi dimentico sempre che la nostra cervellona è un po’ troppo giovane per me!! –

-         Sono troppo intelligente per te, altroché!! –

Di  nuovo risate, ma senza cattiveria: tutti sanno che il gestore del locale è un mattacchione.

E tutti quelli che le conoscono, rispettano ed apprezzano le tre giovani e forti figlie dell’Ispettore Heintz, scomparso da ormai diversi anni durante l’adempimento del suo dovere, si vocifera su ordine della mafia.

-         Ti giuro, io non mi spiego come possa piacerti.. –

-          Tati! Ti sentirà! –

-         Ma figurati, e comunque non crederebbe alle sue orecchie!!

Vedo che non si usa più aspettarmi per pranzo. –

-         Arrivi tardi, ma ci hai comunque trovate, no? –

-         Sai Kelly, tu non ci crederai, ma mi aspettavo che sareste state qui…–

-          Smettetela immediatamente voi due! –

 

VI Scena

 

Notte. Matthew chiude il locale e si avvia guardingo verso la fermata della metropolitana.

Nessuno fa caso a lui, del resto i treni a quell’ora sono praticamente deserti.

Scende nei pressi della torre di Tokyo.

La scena si sposta all’interno.

Le luci del ristorante sono spente, gli ultimi addetti alle pulizie stanno uscendo, lo salutano con un cenno, e non pochi sorrisetti maliziosi: tutti pensano che sia l’amante di madame Alice.

-         Sei in ritardo. –

-         Non è vero.

Spiegami ancora una volta perché non ci sto io a gestire questo posto comodo e caldo. –

-         Innanzitutto, sei molto più utile al tuo posto e poi…questo vestito sta meglio a me. –

-         Non avrete intenzione di ricominciare con i vostri battibecchi, abbiamo un piano molto difficile da mettere a punto e poco tempo: dobbiamo prenderci il Drago domani notte. –

-         Domani? –

-         Sì, il boss Hojo ha già trovato qualcuno disposto a rubarlo per lui, ma attenderanno un altro giorno. –

-         E ci credo: anch’io aspetterei il vantaggio del brutto tempo previsto. –

-         La copertura del frastuono della pioggia e la luna nascosta dalle nuvole; ma noi non possiamo scegliere. –

-          No ragazzi, stavolta niente eccitante corsa sotto al temporale: un lavoro pulito, non possiamo fare errori. –

E si mettono a pianificare, discutere, ipotizzare, decidere uno dei colpi più difficili: il Drago si trova in un famoso tempio sulle alture che circondano la città ed è vegliato tutto il tempo dai monaci in preghiera.

 

VII Scena

 

La mattina dopo, scrivania di Sheila, invasa dalle scartoffie.

L’ufficio di Kelly, che sta dando una bella lavata di capo ad un suo sottoposto.

Il laboratorio di Tati, dove sorseggia un enorme tazza di caffè, ignara degli sguardi curiosi e scettici dei suoi colleghi più anziani.

Il telefono di Sheila squilla.

Occhiate di intesa fra lei ed i suoi colleghi lì presenti.

Attende finché non vede la sorella maggiore fare capolino dal suo ufficio, poi lentamente solleva la cornetta.

-         Investigatore Sheila Heintz. –

-         Sono Chiave di Violino.

-         Lo so. –

-         La sua vita sociale è così povera?

-         Prego? –

-         Mi chiedevo come mai sembra aspettarsi che solo io la chiami a questo numero. –

-          Immagino che non si sia disturbato a telefonare solo per fare conversazione. –

-         No, certo: ma non le nego che mi fa piacere sentirla in buona salute e sempre più intensamente impegnata nel vano tentativo di prendermi.

-         Oh, noi vi prenderemo, può scommetterci. –

-         Non sono un appassionato di gioco d’azzardo, ma le darò un appuntamento, se le interessa davvero.

-         Mi interessa. –

-         Al Tempio del Tramonto, questa notte, ruberò il Drago di cristallo.

-         Perché collezionare i dodici segni dello Zodiaco? –

-         Noto con piacere che non mi ero sbagliato sul suo conto, ma mi sorprende che abbia compreso i miei propositi così presto.

Ora mi perdoni la grave maleducazione, ma devo bruscamente interrompere questa appassionante discussione, prima che rintracci la mia chiamata. A stasera.

Sheila mette giù il telefono, in pochi istanti tutto il dipartimento si attiva: non si faranno trovare impreparati, neppure con così poco preavviso.

 

            VIII Scena

 

Ombre: città in lontananza come un gigantesco mostro accovacciato, palazzi e grattacieli che si stagliano contro il blu profondo della notte ed il bagliore fasullo delle luci della città.

Lassù, lontano dall’illuminazione stradale e dalle invadenti insegne pubblicitarie, il plenilunio consente di intuire la sagoma di un uomo percorrere agilmente la ripida scalinata che porta al tempio, ma non di vederne il volto. Porta un sottile fardello anonimo sulla schiena.

Lo segue a breve distanza una donna coi capelli raccolti, e quando l’uomo rallenta, lo affianca.

-         Non è possibile che non ci sia nessuno. –

-         Ci aspettano dentro. –

-         Come lo sai? –

-         Fa freddo. E soprattutto ci devono cogliere col Drago in mano per avere uno straccio di prova: prenderci prima sarebbe un’idiozia. –

-         Ok, signora, faccia strada. –

Procedono silenziosamente fino al cortile interno, lo attraversano sotto lo sguardo ansioso di Kelly e dei suoi uomini, armi puntate, immobili.

“ma pensano davvero che saremo così stupidi da tornare indietro da qui?”

Il lamento basso e costante dei monaci in preghiera accompagna ogni ora del giorno, quasi inascoltato, ma, come il rumore delle onde del mare, al buio, nel silenzio della notte, diviene un fragore sordo enorme.

Scorre una parete di carta, viene scagliata all’interno della sobria stanza una bomboletta di gas soporifero. Dopo pochi istanti il fumo si solleva e si disperde nell’aria fresca della notte, lasciando una manciata di vecchi monaci profondamente addormentati.

Matthew ed Alice si vedono per la prima volta alla luce delle candele: hanno addosso tute attillate ma calde, scure, guanti sottilissimi di seta ed una sorta di passamontagna leggerissimo, ma che consente di vedere solo gli occhi.

-         E’ una collezione magnifica. –

Sì, lo è: il tempio ha raccolto nei secoli una grande quantità di riproduzioni di Draghi di ogni materiale e grandezza: ce ne sono di antichissimi, di preziosi, persino di brutti, ma lì tutti insieme sembrano un infinito esercito demoniaco pronto a sfidarli.

In una teca giace il Drago di cristallo che li interessa.

Dietro ad un albero accanto all’ala del tempio che ospita i draghi, Sheila attende nervosa, sa che sono già entrati, aspetta solo il segnale.

-         Fa un certo effetto. –

-         Che uomo si lascia intimidire da qualche animale di ceramica? –

-         Che donna è così insensibile davanti al più affascinante e leggendario di tutti gli animali? –

-         Non perdiamo tempo. –

-         Io smonto il vetro, tu prepara la fuga! –

-         No caro: io smonto il vetro. –

Kelly nel più assoluto silenzio con gesti calcolati e sguardi eloquenti fa prendere posizione alla squadra. Le armi sono meri storditori, la polizia non spara per ferire, ma è decisa ad acciuffare la banda.

La tensione è quasi tangibile.

All’interno invece Alice lavora con precisione e freddezza.

-         Ti stai divertendo, vero? Per te è un gioco. –

-         Non è un gioco, ma ammetto che è la cosa più eccitante che abbia mai fatto, per lo meno col mio insegnante di pianoforte.. –

-         Ci hai fatto caso che ci ha descritto questo posto in modo perfetto? –

-         Ormai non mi stupisco più di niente con lui: ti è mai capitato di sbagliare un accordo e di beccare una bacchettata esattamente sul dito che ha commesso l’imperdonabile errore? –

-         Io non ho mai sbagliato.

 Stai attento con quell’affare è delicato!!

E poi ho studiato violino. –

Spostare la teca è semplice, del resto i monaci di questo tempio non sono avvezzi ai furti.

Ma non è possibile rimuoverla in silenzio, del resto i monaci di questo tempio non sono stupidi.

Il vetro (che compone tutti i lati del cubo tranne quello inferiore) esce dai cardini stridendo.

Il canto di preghiera, fin qui inarrestabile, cessa di colpo.

Sheila si precipita nella stanza seguita fedelmente da alcuni suoi colleghi e da un manipolo di monaci curiosi.

Tutto quello che trova è la parete opposta, quella che da sul dirupo, squarciata e la teca vuota.

Si librano nell’aria due alianti riflettendo la luce della luna.

 

            IX Scena

 

La mattina dopo, sul tardi. Ufficio di Kelly.

-         Ci sono fuggiti di nuovo. –

-         Li abbiamo sottovalutati ancora, non si ripeterà mai più. –

Entra Tati, in camice.

-         E non un indizio. Un colpo perfetto.

Non che mi aspettassi di trovare un biglietto da visita per terra, ma …

Conoscevano il tempio alla perfezione, ed hanno beccato subito la stanza giusta. –

-         Andiamo a pranzo, ci metterà di buon umore e la prossima volta staremo pronte. –

-         Sì in effetti l’idea di prendere un po’ in giro Sheila e anche di mettere sotto i denti qualcosa, mi tenta… mi vado a togliere il camice! –

-         Non cominciate, dai…

Sigla

  

Disponibile per tutti gli interessati, il riassunto degli eventi più salienti delle puntate successive:

Tipo nell’episodio 13, quando avranno bisogno della presenza del capo per riconoscere l’originale da una infinità di copie: una trappola organizzata dalla mafia stessa in uno dei palazzi da essa segretamente controllati.

O l’episodio 17 in cui finalmente si scopre che tipo di arma ha a che fare con i 12 cristalli.

O quando Tati, nell’episodio 21, vedrà in volto Matthew durante un colpo, trovandosi assolutamente senza autorizzazione all’appuntamento della banda. Ed il suo comportamento sorprenderà tutti.

O quando Matthew, nell’ultimo episodio, inviterà Sheila ad una romantica cenetta nell’esclusivo ristorante sulla Torre di Tokyo, e le svelerà tutta la storia…

Il capo avrà segretamente distrutto l’intero Zodiaco, finalmente smentendo tutti gli atteggiamenti sospetti che avevano fatto dubitare della bontà delle sue intenzioni fino all’ultimo momento:

egli in realtà non è altri che un vecchio amico dell’ispettore Heintz…………………………….

  disegno del Tempio, con luna e i due alianti che volano via.

 

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